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Delitto Vincenzo Ruggiero: Ciro Guarente, la doppia vita e il garage affittato

Ciro Guarente ha fatto a pezzi Vincenzo Ruggiero tagliandolo in due con una motosega proprio all’altezza dell’ombelico. I resti del 25enne di Parete sono stati poi disposti in una vasca insieme a rifiuti e scarti di materiale edile. Man mano che la Procura di Napoli nord, coordinata da Francesco Greco, procede con le indagini del delitto emergono dettagli sempre più macabri che riconducono l’assassinio alla ricostruzione di un rito di morte.

Un omicidio probabilmente premeditato nato dalla gelosia nei confronti di Heven Grimaldi, ragazza trans polacca che ospitava Vincenzo nel suo appartamento di Aversa. Ciro non voleva che il 25enne stesse in casa con la fidanzata nonostante entrambi avessero una doppia vita: Heven compare come escort su alcuni siti scambisti con il nome di Eva Petrova, e Ciro pare si prostituisse con il nome di Lino. L’assassino non poteva tollerare l’intrusione di una terza persona, da qui dunque la pianificazione dell’eliminazione del terzo incomodo, prima l’uccisione e poi l’occultamento del cadavere in quel garage di  via Scarpetta a Ponticelli preso in affitto giorni prima del delitto.

L’atroce omicidio sarebbe poi avvenuto lo scorso 7 luglio quando Ciro avrebbe atteso Vincenzo nell’appartamento di Aversa per colpirlo alla testa con un bastono o una zappa. Approfittando della temporanea assenza di Heven, a Bari per lavoro, Guarente avrebbe poi condotto il corpo del 25enne nel garage per devastarlo e poi occultarlo. Il 28 luglio poi la scoperta del cadavere, gli inquirenti trovano il colpevole che si lascia andare a prime confessioni. Adesso però è calato il silenzio su questo orrore: l’assassino non parla più, non spiega il motivo del suo gesto mostruoso.