Verrà identificato in queste ore il cadavere ritrovato nel tardo pomeriggio di domenica a Ponticelli, periferia orientale di Napoli, e attribuito all’attivista gay, Vincenzo Ruggiero, 25 anni, ucciso lo scorso 7 luglio ad Aversa, nel Casertano, da Ciro Guarente, 35enne ex militare ora dipendente civile della Marina che nei giorni scorsi ha confessato il delitto.
Il corpo ritrovato in un garage adibito ad autolavaggio in via Scarpetta, a pochi passi da via Argine e nei pressi di alcune abitazioni della famiglia di Guarente, è stato fatto a pezzi e cosparso di acido cloridrico. Ruggiero è stato ucciso e poi tagliato in più parti per essere seppellito più agevolmente. Una scena macabra, atroce, quella che si sono ritrovati di fronte i carabinieri del reparto territoriale di Aversa.
Guarente, che aveva confessato l’omicidio di Ruggiero per gelosia (il 25enne è stato ucciso nell’abitazione della trans Heven Grimaldi, compagna di Guarente), ha riferito inizialmente ai carabinieri di essersi liberato del cadavere nel mare di Licola, frazione di Giugliano. Una versione questa che non ha convinto appieno gli investigatori. Le indagini sono così proseguite e nel giro di 48 ore dalla sua confessione, è stato ritrovato a Ponticelli il cadavere presumibilmente di Ruggiero.
Nel piano dell’assassino c’era la volontà di far letteralmente sparire il corpo del 25enne di Parete. Addirittura Guarente ha tentato di murare alcuni resti in un grosso foro presente all’interno del garage-autolavaggio. Sul luogo del ritrovamento sono giunti anche i parenti di Ruggiero che però non sarebbero stati fatti avvicinare al cadavere, trovato sotto un pavimento del locale in un punto leggermente rialzato, di recente fattura.
