Le mani della camorra e dell’imprenditoria nell’area a nord di Napoli su un grosso appalto da 40 milioni di euro.

Questo il presunto patto tra il clan Polverino, attivo proprio a Marano e recentemente inglobato da neo nascente clan Orlando, debellato da numerosi arresti qualche settimana fa, e la famiglia dei Cesaro, imprenditori originari del comune di Sant’Antimo.
Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri del ROS hanno eseguito un provvedimento cautelare, emesso dalla procura Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di 5 persone indagate per concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, minaccia e falsità materiale e ideologica commessa da pubblico ufficiale, reati aggravati dalle finalità mafiose.
Al centro delle indagini del ROS le infiltrazioni del clan Polverino, egemone nell’area nord occidentale di Napoli, nella realizzazione del piano di insediamento produttivo (pip) del comune di Marano, importante infrastruttura per il rilancio dell’economia locale che prevede lavori per 40 milioni di euro.
Dalle indagini sarebbe emerso il patto tra il clan camorristico e i fratelli imprenditori Aniello e Raffaele Cesaro, 63 e 61 anni (fratelli di Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia), funzionale all’aggiudicazione dell’appalto attraverso intimidazioni mafiose e reimpiego delle ingenti risorse economiche provenienti dai traffici illeciti del clan.
Tra gli arrestati, oltre ai fratelli Raffaele e Aniello Cesaro, anche gli imprenditori Pasquale e Antonio Di Guida, quest’ultimo ex assessore provinciale di Forza Italia, e il tecnico Oliviero Giannella, volto noto negli uffici del Comune di Marano.
Contestualmente i carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro di beni immobili, partecipazioni societarie e rapporti finanziari per un valore di 70 milioni di euro.
