Strage di Licata. Le parole dell'assassino dopo che ha ucciso il fratello, la cognata e i nipoti. La rivelazione della consorte
Nell’aula magna del liceo Linares di Licata, ieri sera, s’è svolta una veglia di preghiera in memoria di Alessia Tardino, la quindicenne uccisa dallo zio Angelo, assieme al papà Diego, alla mamma Alessandra e al fratellino Vincenzo.
Strage di Licata
Al centro di un palco i compagni di classe hanno posizionato la foto di una sorridente Alessia ed accanto fiori, disegni, pensieri e ancora altre immagini. È stata una veglia di preghiera per condividere il dolore e la disperazione per “una perdita frutto di follia“, è stato scritto su un cartellone. “Alessia la ricorderemo per la sua dolcezza e per il perenne sorriso – ha detto, durante la veglia di preghiera, il dirigente scolastico – era brillante ed un punto di riferimento per quanti la conoscevano. I ragazzi sono sconvolti, sono notizie che ascoltiamo ai telegiornali ma non si può mai pensare che accada dietro l’angolo“.
Strage di Licata: la veglia per Alessia
I docenti del liceo Linares stanno cercando di far elaborare, con supporto, il dolore dei compagni di classe. “Ci affideremo – ha annunciato la preside – a degli psicologici. Con il tempo, onoreremo la memoria di Alessia con quello che si può fare in una scuola: istituiremo una borsa di studio oppure le intitoleremo un laboratorio“.
Strage di Licata: la telefonata di Angelo Tardino alla moglie
“Ho ucciso tutti, anche i bambini. Loro però che c’entravano? Ti prego perdonami, ma la mia vita è finita“, sarebbero state queste le parole che l’assassino avrebbe detto alla moglie durante una telefonata fatta alla donna dopo la strage. “Torna a casa e posa le pistole, io ti perdono“, ha risposto la consorte così come riportato da La Repubblica.
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