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Omicidio Coroglio, parla il padre della vittima: tutta la verità su quella notte

Chiede aiuto agli amici del figlio Cosimo Di Fiore, padre di Agostino, il 28enne incensurato ucciso al termine di una rissa all’esterno di una discoteca di Coroglio. In carcere per l’omicidio sono finiti in carcere un minorenne del Pallonetto (esponente di una famiglia criminale del posto) e il 21enne Francesco Esposito. Ora il padre della vittima chiede solo di parlare e raccontare tutta la verità agli amici che quella notte erano con il figlio.

Secondo quanto riporta Il Mattino il padre di Agostino ha fatto girare nel suo quartiere poche parole, dirette a chiedere giustizia: “Avete visto tutto, dovete andare a denunciare. Non vi potete sottrarre, mio figlio è stato abbandonato prima di morire, non potete abbandonarlo anche adesso“. Ma la risposta di quegli amici si perde tra la paura e il silenzio. “Mi credi? Io a Cosimino neanche lo saluto più. È per colpa sua che siamo qua dentro, dice di andare a testimoniare solo perché tieni a terra un figlio, solo perché Agostino è rimasto a terra, ma mi chiedo: se non tenevi tuo figlio a terra, e a terra ci rimanevo io, tu a tuo figlio lo portavi a testimoniare?“. E’ l’intercettazione di due amici della vittima in commissariato.

La ricostruzione di quella agghiacciante notte è chiara. Agostino Di Fiore all’interno del locale avrebbe tentato di sedare la lite tra Francesco Esposito e la ragazza. Avendo avuto la peggio Esposito avrebbe dunque chiamato un amico del Pallonetto che in taxi avrebbe poi raggiunto Coroglio. Da qui l’incontro con Di Fiore all’esterno del locale. L’amico di Esposito è armato e Di Fiore avrebbe a quel punto tentato di investirlo, poi i colpi di pistola e infine l’omicidio, un corpo senza più vita, quello di Agostino. Cinque colpi esplosi verso la vittima, ma sconosciuta è l’identità del colpevole. Chi ha premuto il grilletto? Le testimonianze sono confuse.

Francesco Esposito è molto temuto nel suo quartiere, appartiene al clan locale del Pallonetto di Santa Lucia. Per lui il Tribunale dei minori ha di recente confermato gli arresti. Difeso dal penalista napoletano Giuseppe De Gregorio, il minore punta ad ottenere la revoca degli arresti in Cassazione. Dalle intercettazioni telefoniche tra Francesco e l’amico non emerge mai il riferimento all’arma e il giovane afferma di non esser stato lui a sparare alla vittima.