Si è tenuta oggi un’altra udienza del processo per l’omicidio di Vittorio Materazzo presso la Corte d’Assise, ingegnere 51enne, ucciso con circa 40 coltellate sotto il portone di casa sua in viale Maria Cristina di Savoia a Napoli, nel novembre di due anni fa. Accusato del delitto il fratello Luca, che si è reso latitante un mese dopo la morte del fratello, per essere ritrovato a Siviglia questo gennaio.
Si era nascosto nella cittadina andalusa dove aveva provato a ricostruirsi una nuova vita lavorando come cameriere. Catturato è stato estradato dopo poco. Durante l’udienza odierna Luca Materazzo ha parlato, esprimendo la volontà di parlare con i pubblici ministeri, però privatamente:
“Vorrei confrontarmi con i pubblici ministeri in privata sede per tutelare la mia persona. Ritengo di poter dare un enorme contributo alla ricostruzione dei fatti per inquadrarli correttamente. Mancano ancora molti tasselli e io potrei dire molto, ma vorrei essere tutelato“. La sua richiesta è rivolta alle pm Luisanna Figliolia e Francesca De Renzis che, assieme al procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, hanno seguito le indagini sull’omicidio di Vittorio Materazzo.
Ribadendo la sua innocenza, il giovane i casa Materazzo ha detto di essersi allontanato dall’Italia perché temeva per la sua incolumità. Ha poi aggiunto:
“Tutta la modalità è incompatibile con me. Con mio fratello tanti contrasti ma non l’ho aggredito io“.

