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Delitto Materazzo, le parole di Vittorio prima dell’omicidio: “Luca vuole uccidermi”

Accolta richiesta per l’estradizione di Luca Materazzo. A circa 20 giorni dalla cattura a Siviglia, la Corte di Giustizia spagnola ha accettato di dare l’estradizione per il trentenne napoletano accusato di aver ucciso il fratello Vittorio con oltre 30 coltellate a Napoli il 29 novembre del 2016 in viale Maria Cristina di Savoia, nel quartiere Chiaia.

Un omicidio terribile che pare sia stato consumato nell’ambito di rapporti familiari burrascosi, della gestione del patrimonio familiare ereditato dai fratelli dopo la morte del padre, Lucio Materazzo. Dopo un anno di latitanza, Luca è stato arrestato il 2 gennaio a Siviglia in un ristorante, dove faceva il cameriere. Per il 7 febbraio è prevista l’udienza preliminare davanti al Gup di Napoli, ma l’avvocato difensore, Gaetano Inserra, chiederà al giudice una sospensione in quanto l’imputato non ha ancora volto l’interrogatorio di garanzia. Materazzo potrebbe arrivare in Italia già martedì mattina.

Nel frattempo emergono, secondo quanto riporta Il Mattino, alcune dichiarazioni che confermerebbero ulteriormente il coinvolgimento di Luca Materazzo nel delitto. Secondo quanto emerso dagli atti a disposizione delle parti, poco dopo l’omicidio, alle 22.30 del 28 novembre del 2016, viene sentito come teste il commercialista Stefano Romano, amico dell’ingegnere ucciso, depositario delle ultime confidenze di Vittorio. Il racconto del teste verbalizzato un anno fa:

Circa un mese fa, avevo esternato a Vittorio le mie preoccupazioni per alcuni messaggi anonimi che mi erano stati indirizzati, relativi alla mia presidenza dello Sci club, quando Vittorio mi disse queste parole: Tu ti preoccupi per queste sciocchezze. Che devo dire io che temo per la mia vita in quanto ritengo che mio fratello mi voglia uccidere. Non so se Vittorio abbia formalmente o meno denunciato questo suo timore…“.