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Artem racconta il suo dramma: “Natale da solo in macchina, i miei genitori separati, ho trovato Dio”

Artem, noto come Pino di Mare Fuori, ospite di Luca Casadei nella nuova puntata del podcast “One More time”, ha raccontato i momenti cruciali della sua vita. Dall’infanzia in Ucraina senza i genitori, all’arrivo in Italia e al sogno di diventare pugliese, fino al successo come attore. E’ cresciuto con i nonni fino a 6 anni dopo che i genitori decisero di emigrare in Italia.

“Mi lasciano con i nonni in Ucraina, in un villaggio in mezzo alla natura, era quello il mio habitat. Il mio primo sogno era quello di conoscere mio padre… La prima volta che ho conosciuto mia mamma non era mia mamma, non c’era quel legame fin da subito… Non credo di essere stato “voluto” come figlio, c’erano troppi casini, troppa povertà, c’erano troppe cose che forse non erano volute, però poi alla fine eccomi qua”.

All’età di sei anni arrivo in Italia, non sapevo l’italiano, mi sono trovato in un habitat diverso, dalla campagna a un blocco cementato, questa cosa mi irritava. Ho cambiato due o tre istituti perché alle scuole elementari ero un ragazzino un po’ violento, le scuole non volevano prendersi la responsabilità”. “Sono rimasto per un po’ in Italia, poi mia madre ha deciso di farmi ripartire con i miei nonni dopo 6/8 mesi perché c’erano molti problemi, non solo economici. Sono tornato in Italia a 10 anni… Da quel momento in poi ho dovuto affrontare la povertà culturale dell’ambiente in cui sono cresciuto, è quella la vera povertà. C’era ignoranza, c’era pigrizia di fare, di non evolversi, di non crescere dal punto di vista mentale, spirituale. Una pigrizia che ti porta a evadere il problema, schivarlo e non risolverlo”.

“Mio padre aveva dei vizi, ma è sempre stato un lavoratore. Aveva i suoi demoni dentro di sé e ha ancora i suoi demoni, che gli torturano il cervello e portano alla distruzione della persona che sei”. Una consapevolezza arrivata quando l’ha realmente conosciuto: “(Da bambino) il mio primo esempio, come idolo, era mio padre. Perché, anche se non lo conoscevo, mi mandavano delle foto, lui era un ex lottatore, per me era un supereroe, sai, la fantasia di un bambino… poi quando l’ho conosciuto non era un supereroe, era un mostro”. Poi la soluzione a tutto attraverso la fede.

“Nessuno in famiglia era credente ma avevo questa percezione dentro di me.. cercavo i miei genitori, “dov’è papà?”, “dov’è mamma?”, ‘dov’è l’amore?’…guardavo il cielo e andavo oltre, pensavo cosa ci starà là dietro il cielo, dietro il sole, nell’universo”. Dio l’ha trovato durante una sera di Natale, trascorsa mentre era da solo in macchina: “Alla separazione dei miei genitori, mio padre perde la testa, io passo un Natale da solo in macchina e trovo Dio. Quel Natale lì da solo in macchina ho iniziato a guardare il cielo e ho iniziato a dire: “Perché a me tutto questo?” “Perché devo soffrire così tanto?” “Dove mi vuoi portare?”. Nella sera di Natale, guardavo le storie di chi stava a tavola in famiglia e io volevo stare semplicemente da solo. Capisci lì in quei momenti che devi iniziare a credere in te stesso veramente. C’è tutto un piano per la tua vita, ma devi crederci, devi avere veramente tanta Fede, devi visionare quello che vuoi ottenere”.

Poi arriva la grande occasione con il provino per il cast nel film “La paranza dei bambini”, e ancora, il viaggio a Berlino dove il film era candidato all’Orso d’Oro. Poi il grande successo di “Mare Fuori”, il casting al quale fu preso al primo tentativo