Non finiscono le assurdità e i colpi di scena che riguardano il delitto di Giulia Tramontano. Il suo assassino, Alessandro Impagnatiello, in carcere a San Vittore in un reparto speciale, ha chiesto di vedere il figlio di 6 anni. Prima della 29enne e prima della storia parallela aveva infatti avuto già un figlio.
A rispondere a questa richiesta è lo psicologo Paolo Crepet, che dice: “Quel bambino che ha già l’età per capire un ragionamento, va innanzitutto tutelato. E lo si può tutelare soltanto raccontandogli tutta, dico tutta, la verità. Ovvero che suo padre ha ucciso la sua compagna e il suo fratellino, perché di questo si tratta”, dice lo psichiatra a La Stampa.
E continua: “Con tutta probabilità perché si tratta di una strategia, magari concordata con i suoi legali. Inoltre, dato che questo soggetto ha trascorso la vita a manipolare qualsiasi cosa, potrebbe pensare che chiedere di incontrare il figlio sia una mossa che gli restituisce un’immagine seppur residua di umanità”. Per quanto riguarda la premeditazione dichiara: “Lo provano i comportamenti, la freddezza, l’assenza di pentimento, il fatto di essere corso subito dall’altra donna. Di base c’è un solo sentimento che ha armato la sua mano: l’indifferenza, l’insensibilità“.