Prima a Vitally dove ha inaugurato i “Bacco” di Reni e Caravaggio provenienti direttamente dagli Uffizi. “In virtu’ di quel Lidem sentire comune, l’importanza del vino nella nostra storia che viene immortalato da due giganteschi maestri”, sottolinea il ministro a Bruno Vespa. Ed ecco il bacco bambino che ci guarda ridente invitandoci a cogliere i piaceri dell’esistenza terrena.
Poi di corsa a Napoli per il simbolico taglio del nastro rosso delle nuove sale monumentali del Museo Archeologico insieme al direttore Paolo Giulierini ( la città invoca la grazia per il suo terzo mandato). Giulierini ha portato il “sotto” custoditi nei depositi “sopra” nei 2000 metri quadrati dell’ala occidentale. Un percorso straordinario attraverso la Campania antica, territorio che aveva confini più estesi rispetto a quelli attuali ( si parte dal II secolo a.C. per giungere almeno al III sec. d.C., spostandosi tra l’area flegrea, il MANN ha un’area espositiva di circa 15mila mq, che diventano quasi 28mila mq. 240 le opere esposte, una vera e propria summa dell’arte romana che si espresse fertile in regione e nel Sud Italia.
L’allestimento parte da una suggestione: è come se il visitatore camminasse a braccetto con la storia, scoprendo come l’arte fosse, per i nostri antenati, un’esperienza del quotidiano. “Oggi avviamo un percorso di ampliamento del MANN che porterà uno dei musei archeologici più importanti al mondo a raddoppiare la sua presenza in città con una nuova sede a Palazzo Fuga. Il valore della libertà, il valore dell’Occidente, lo si comprende molto bene in un luogo come questo, perché qui ci sono le origini della nostra storia. Nella civiltà greco-romana affondano le nostre radici ed è nostro compito salvaguardare e rendere fruibile a tutti questo patrimonio che ci ricorda la nostra eredità culturale”, conclude Gennaro Sangiuliano. E ricorda che per
Benedetto Croce ricordava che la storia è sempre un fatto contemporaneo, non un orpello del passato ma una cassetta degli attrezzi dove rinvenire gli strumenti per interpretare la realtà contemporanea e magari prefigurare il futuro. Risplende di nuova luce il San Carlo. Restauro completato e i tempi di consegna rispettati, è raggiante il Sindaco Manfredi della buona notizia.
In scena le gioiose note del secolo d’oro del Lied romantico, da Schubert a Mahler. Introducono alla magnificenza di quel azzurro e argento svelati come un scrigno nascosto dal direttore Generale Emmanuela Spedaliere al ministro Sangiuliano. La dinastia Savoia li aveva oscurati. Ma non si cancella storia e fasti con una pennallata di rosso.




