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Francesco Pio, ucciso davanti agli chalet a Mergellina, le sue ultime parole prima di morire: “Non respiro”

Francesco Pio Maimone, 18 anni, per sempre. Aveva un sogno, un progetto per il futuro: aprire una pizzeria e poter lavorare nella sua città, stava imparando un mestiere con sacrificio. E’ stato ucciso sul lungomare di Mergellina, davanti agli chalet, vittima innocente della violenza di bruti che sono solo una macchia, sono la “carta sporca” della città più bella del mondo. Una macchia che ha distrutto la vita di un 18enne.

Le ultime parole di Francesco Pio Maimone, ucciso davanti agli chalet di Mergellina

Solo lo scorso 11 marzo nello stesso luogo era stato ucciso Antonio Gaetano, 19 anni. Si era trattato di in regolamento tra clan. Questa volta però lo scenario è completamente diverso. Le indagini della squadra mobile di Napoli, diretta da Alfredo Fabbrocini, non indicano nessun coinvolgimento camorristico. Francesco non aveva alcun legame con la malavita. Era solo un ragazzo, lavorava, aveva appena finito il turno nel ristorante e stava per tornare a casa, si era fermato con amici per passare del tempo, mangiava noccioline. E quella è stata l’ultima cosa che ha fatto: in pochi attimi si è scatenato l’inferno. Accanto a lui un ragazzo ha iniziato a sparare in aria, poi in basso. Il motivo? Qualcuno aveva macchiato la sua scarpa.

Estraneo alle lite, Francesco è stato colpito al petto, si è accasciato al suolo e, come riporta Repubblica secondo il racconto degli amici, è riuscito a dire solo: “Non respiro, non respiro”. Disperati gli amici hanno provato a rianimarlo, è arrivata intanto l’ambulanza e il 18enne è stato portato all’ospedale Pellegrini. Purtroppo però non ce l’ha fatta, il colpo è stato fatale. “Vogliamo giustizia per mio figlio e per tutti i ragazzi come lui”, dice oggi sua madre, Concetta Napoletano, a Repubblica. E così in un attimo sono svaniti tutti i sogni di Francesco, le sue speranze, quella pizzeria che voleva aprire con i sacrifici del suo lavoro, quella vita che avrebbe voluto trascorrere nella sua città, la stessa che qualcuno ha portato via per niente. Al vaglio degli inquirenti le testimonianza di chi era presente e i filmati delle telecamere della zona. Si cercano i colpevoli, giustizia, ma soprattutto si cerca la carta sporca.