Sono passati ormai 26 anni dalla scomparsa di Angela Celentano, la bambina di 3 anni scomparsa sul monte Faito durante il corso di una gita con la famiglia. Nelle prossime settimane si avranno in possesso campioni per effettuare il test di Dna prelevato alla ragazzina sudamericana.
A Mattino Cinque, e poi al Corriere della Sera, l’avvocato Luigi Ferrandino, legale da anni di Maria e Catello Celentano, ha spiegato la vicenda. La ragazza ora avrebbe 29 anni per cui la sua somiglianza con le sorelle di Angela e con l’elaborazione di come dovrebbe essere oggi Angela, ha scaturito una ricerca incessante e il desiderio di ottenere una comparazione del Dna. Si tratta di un desiderio non semplice da realizzare. La giova oltre alla somiglianza ha una macchia sulla schiena uguale a quella della piccola Celentano.
Angela Celentano è in Sudamerica?
Ma il motivo dei ritardi nell’ottenere la prova è uno solo:
“Sarà un “gancio“, chiedendo un incontro con un pretesto, a provare a prelevare un quantitativo sufficiente di materiale biologico di questa ragazza in modo da poterne estrarre il Dna e confrontarlo con quello dei familiari di Angela”. Di fatto, all’insaputa dell’interessata. Una strada ancora non battuta dai Celentano, non priva di rischi.
“Questa ragazza appartiene a una famiglia molto importante e svolge una professione per la quale gode di una rete di protezione particolare – spiega al Corriere l’avvocato – Se avessimo voluto fare come sempre ci saremmo dovuti rivolgere alla procura che avrebbe dovuto coinvolgere il ministero degli Esteri e avviare una rogatoria internazionale e sarebbero passati mesi, se non anni. E poi chi ci dice che la persona avrebbe accettato di sottoporsi al test?”. Se dovesse trattarsi di Angela Celentano, “non si ricorda certo della sua famiglia, per lei i parenti sono quelli con cui ha vissuto negli ultimi 26 anni e quindi è presumibile che rifiuterebbe l’esame per proteggerli”. Perché, aggiunge, “se dovesse venire fuori che la ragazza è Angela Celentano, quelli che lei crede siano i suoi genitori dovrebbero spiegare molte cose. Insomma, si scatenerebbe l’inferno. Quindi preferiamo prima sapere la verità: se è quella che sospettiamo, presenteremo tutte le denunce necessarie e l’inferno lo faremo scatenare noi”.