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Omicidio Willy, i fratelli Bianchi non passeranno la vita in carcere: cosa succede dopo la sentenza di ergastolo

Per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte i fratelli Bianchi non passeranno la vita in carcere. La sentenza parla chiaro, per i due c’è l’ergastolo. Ma cosa accadrà davvero? Procediamo con ordine. Marco e Gabriele Bianchi sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio del ragazzo, ucciso lo scorso settembre 2020 a Colleferro. I giudici della Corte di Assise di Frosinone hanno disposto la condanna a 23 anni per Francesco Belleggia e 21 per Mario Pincarelli.

Omicidio Willy Monteiro: ai fratelli Bianchi l’ergastolo, ma non per sempre

Alla lettura della sentenza sono scattati applausi, ma cosa accadrà realmente ai due fratelli? Subito dopo la sentenza i due hanno imprecato e gridato sostenendo che si sia trattato di un processo mediatico. Si sono poi abbracciati in quanto il più grande resterà nel carcere romano di Rebibbia mentre Marco verrà trasferito in un altro carcere. I due in carcere avevano paura. Secondo le intercettazioni infatti i due sarebbero finiti nel mirino di un boss albanese per il controllo dello spaccio nella zona dei Castelli Romani.

Ma i due sconteranno il carcere a vita? Cosa vuol dire la sentenza di ergastolo? In Italia esistono due tipi di ergastolo: quello ostativo e quello semplice. Nell’ergastolo semplice, dopo aver scontato 26 anni di pena almeno, l’ergastolano può chiedere benefici che lo portano fuori dal carcere quindi non è detto che. In questo caso i fratelli Bianchi passeranno almeno 26 anni in carcere.

Innanzitutto la sentenza di condanna è di primo grado e sarà appellata quindi non è definitiva. Anche se dovesse essere confermata la sentenza rappresenta comunque un ennesimo caso in cui si punisce. Ma in realtà la giustizia dovrebbe anche prevenire. I fratelli Bianchi, per fare l’esempio, prima dell’aggressione erano sati protagonisti di crimini violenti. Gabriele Bianchi era stato imputato in 3 procedimenti per lesioni personali e porto d’armi mentre Marco in 5 procedimenti per lesioni personali. Insomma la rieducazione, pene che non si basino solo sull’esclusa detenzione, forse avrebbero potuto evitare una tragedia.

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