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Ricoverato in ospedale per un Tso a Napoli, 39enne perde la vita: “Vogliamo la verità su Salvatore”

Era tossicodipendente e aveva dei problemi mentali, per questo motivo è stato ricoverato presso l’Ospedale del Mare. Salvatore D’Aniello, 39 anni, è deceduto e per questo la sua famiglia ha sporto denuncia alla Polizia.

L’autorità giudiziaria, come riportato da Il Mattino, ha aperto un fascicolo sul caso ed avviato i dovuti accertamenti. La cartella clinica potrebbe essere sottoposta a sequestro. Salvatore sarebbe deceduto a causa di alcune complicazioni polmonari e respiratorie non causate dal coronavirus.

La salma del 39enne è stata trasferita presso il Policlinico della Federico II. I familiari, difesi dall’avvocato Giuliano Sorrentino, hanno chiesto che venga effettuata l’autopsia.

Questo per togliere ogni dubbio da quello che potrebbe essere un caso di mala sanità. Salvatore, da quando è stato ricoverato, “non ha più visto la famiglia. Ha avuto solo contatti telefonici con medici ed infermieri dell’ Ospedale del Mare. Ci dicevano che Salvatore aveva la febbre in seguito ad una polmonite e veniva curato con antibiotici, ma non era in pericolo di vita“, ha dichiarato all’Ansa un cugino del 39enne, Domenico Monaco.

La madre aveva consegnato a Salvatore un telefono cellulare, ma dall’ Ospedale ci dissero che il telefono si era bloccato dopo alcuni tentativi di inserire il pin. Invece funzionava perfettamente, come abbiamo verificato quando ci è stato restituito“, ha raccontato il cugino.

Poi, lo scorso 18 giugno, la triste notizia. Dall’ospedale la famiglia è stata avvisata che Salvatore era morto a causa di un arresto cardiaco, preceduto da un’embolia polmonare. “Aveva addosso un pannolone – ha affermato l’avvocato Sorrentino – del quale non aveva mai avuto bisogno. Contiamo sull’autopsia per stabilire perchè è morto veramente Salvatore“.