Bloccato Domenico D’Andrea, ergastolano napoletano di 38 anni, fuggito nella giornata di venerdì da un’area esterna del carcere di Perugia, mentre stava lavorando. Era riuscito a eludere la sorveglianza e a scappare. La squadra mobile della Questura è riuscita a stanarlo nella notte tra venerdì e sabato. Pare che D’Andrea, noto con il soprannome di Pippotto, fosse da solo.
Domenico D’Andrea in fuga dal carcere, catturato nella notte
D’Andrea usufruiva dell’articolo 21 dell’ordinamento carcerario, che ammette anche gli ergastolani al lavoro esterno alle strutture detentive, “dopo l’espiazione di almeno dieci anni”. E’ ancora in corso la ricostruzione della dinamica dell’evasione. L’allarme e’ scattato quando gli agenti si sono accorti dell’assenza di D’Andrea. L’ipotesi e’ quella che possa avere scavalcato le reti di recinzione dell’area dove lavorava ed era alloggiato. La fuga potrebbe essere stata legata a timori per una possibile revoca del lavoro esterno. Non e’ ancora chiaro se qualche complice abbia agevolato l’evasione.
Appena dato l’allarme e’ scattata una vera e propria caccia all’uomo con impegnate tutte le forze di polizia, coadiuvate anche da un elicottero. Per il Sappe la fuga e’ stata “frutto della superficialita’ con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal Sindacato autonomo polizia penitenziaria sulle condizioni di sicurezza dell’istituto, che sconta una grave carenza di personale di polizia penitenziaria”.
Chi è Domenico D’Andrea e per quale omicidio è condannato
D’Andrea, stava scontando l’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Buglione, dipendente comunale ucciso il 4 settembre del 2006 a Napoli durante un tentativo di rapina mentre si trovava nell’edicola della moglie, nel quartiere collinare del Vomero. L’uomo tento’ di reagire e fu colpito mortalmente con una coltellata. Al fatto parteciparono quattro giovani e tra questi, come hanno stabilito i giudici, c’era anche ‘Pippotto’. Il passato criminale di D’Andrea inizia sin da quando era un ragazzino, all’eta’ di 13 anni fu accusato di essere a capo di una banda che rapinava motorini nei quartieri del Vomero e dell’Arenella. Fu anche ferito a una gamba da un carabiniere durante un tentativo di rapina. Venne quindi ritenuto responsabile di decine di rapine avvenute nel corso degli anni. Ora alle accuse delle quali deve rispondere si aggiunge quella di evasione.