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Dalle chat dei fidanzatini killer arriva il piano del massacro: “Amò entra, papà dorme”

Dalla conversazione tra Elena Gioia e Giovanni Limata, i due fidanzati killer, avvenuta poco prima che lui uccidesse il padre di lei Aldo Gioia venerdì sera, emerge il piano che avevano messo in atto e il desiderio di darsi alla fuga subito dopo aver concluso quella che sarebbe dovuta essere una vera strage.

La chat degli orrori dei due fidanzatini killer

Dalle chat si comprende che Giovanni prima di procedere abbia chiesto a Elena cosa avesse in mente. Lui domanda a lei cosa avesse deciso di fare dopo, mentre la ragazza era intenzionata a preparare gli zaini:
G. “Sì ma comunque non mi hai detto che fai. Hai solo detto che tra poco vai a preparare gli zaini”.
E. “Sto in stanza scegliendo che cavolo mettere dentro a sti zaini di me**a”.

Poi arrivano le 20.30 Giovanni chiede a Elena cosa deve fare con il cane: “Se mi sgama il cane dietro la porta che fa, abbaia il tuo cane oppure non fa niente e resta zitto, semplice no?”. Lei gli spiega che sarebbe andata a buttare la spazzatura per ‘non destare sospetti’: “Allora io scendo comunque a butta’ la spazzatura, così non desto sospetti nè nulla; tu sali con me e ti lascio la porta aperta, mi prendo a Milly e mi chiudo nella stanza; appena tu hai finito vieni da me e ce ne andiamo. Entro prima io ovviamente e poi ti mando il messaggio”.

Il piano per la sorella

A un certo punto la ragazza dice al fidanzato che avrebbe dovuto uccidere anche la sorella: “Amo’, no, mia sorella non può rimane'”. E ancora: “Capisci meglio cosa intendo, per favore”. Il ragazzo le domanda se fosse sicura: “Ho deciso, non rimane nessuno”. Infine arriva il via libero di lei: “Papà sta dormendo”. E lui: “Sono dentro”. Poi la raccomandazione di Elena: “Già sai amo”.

Il gip di Avellino Paolo Cassano, anche basandosi su questi elementi, ha convalidato il fermo dei due fidanzatini accusati di omicidio premeditato. Tuttavia le indagini non sono concluse, gli investigatori adesso stanno cercando di comprendere come i due ragazzi siano riusciti a trasportare quattro zaini dal momento che entrambi non hanno né la patente né un’auto. Non si esclude che possano aver avuto l’aiuto di uno o più complici.

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