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Maurizio Cerrato ucciso in una spedizione punitiva, uno l’ha colpito e gli altri lo tenevano fermo

Una persona l’ha colpito al petto mentre gli altri presenti lo tenevano fermo, è morto così Maurizio Cerrato, il 61enne custode del Parco archeologico di Pompei assassinato lunedi’ sera a Torre Annunziata. E’ questo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della locale compagnia, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata.

Com’è stato ucciso Maurizio Cerrato, la ricostruzione

Cerrato è stato assassinato al culmine di una spedizione punitiva innescata dopo una lite per motivi di parcheggio. I militari la scorsa notte hanno notificato un decreto di fermo con l’accusa per i quattro di omicidio volontario in concorso, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. Prima della “spedizione punitiva”, Cerrato ha avuto una lite con uno degli indagati al quale ha rotto gli occhiali, offrendosi, subito dopo di ricomprarglieli. L’uomo per tutta risposta lo ha colpito con un crick, ferendolo e allontanandosi per poi tornare, poco dopo, con gli altri tre complici per mettere a segno la missione di morte.

La furia omicida è scaturita dopo che la figlia del 61enne aveva spostato in strada una sedia, lasciata per ‘occupare’ quel tratto, in modo da poter parcheggiare la sua auto. Un gesto, interpretato come uno sgarro, vendicato con la foratura di un pneumatico: un gesto che ha dato inizio alla catena di eventi conclusa con la morte di Cerrato. Gli inquirenti, ancora una volta, denunciano l’assoluta mancanza di collaborazione da parte di coloro che hanno assistito all’omicidio, ma anche la volonta’ di ostacolare l’accertamento della verita’, con l’occultamento dell’arma del delitto, l’alibi creato “ad hoc” da uno dei fermati e anche il tentativo di lavare le tracce lasciate durante l’assassinio sugli indumenti, trovati dai carabinieri nella lavatrice.

Com'è morto Maurizio Cerrato, una persona l'ha colpito al petto mentre gli altri lo tenevano fermo: "Nessuna collaborazione"