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Raid al Monaldi dopo la morte della madre, Raffaele Jacolo: “Abbandonata dai sanitari, voglio giustizia”

Parla Raffaele Jacolo. Il cantante neomelodico ci ha raccontato la sua versione dei fatti. La mamma è deceduta lo scorso lunedì

È vero ho aggredito quell’infermiere ma è stato lui il primo ad avere dei modi arroganti e fuori luogo. Mamma era morta, stavo cercando di capire cosa fosse accaduto e lui continuava a spingermi e a ripetermi, ‘ma chi sei, tu non sai chi sono io” e a quel punto non ci ho visto più dalla rabbia. Ma questo episodio non deve nasconderne un altro: mamma è stata vittima dell’abbandono che ha subito in ospedale. I sanitari del Monaldi non le hanno fornito la dovuta assistenza clinica“.

È stato un fiume in piena Raffaele Jacolo, figlio di Giuseppina Cortese, la donna deceduta lunedì scorso presso l’ospedale Monaldi di Napoli. La notizia è emersa sulle cronache cittadine a causa di un’aggressione che lui stesso ha compiuto ai danni di uno dei sanitari del nosocomio.

Jacolo, noto per essere un cantante neomelodico e sosia ufficiale di Kekko Silvestre (la voce dei Modà, ndr), ha raccontato la sua versione dei fatti a VocediNapoli.it. Momenti drammatici vissuti in ospedale con il dolore di aver perso un genitore.

Non è assolutamente vero che sono andato al Monaldi per riavere indietro la salma (sulla quale i magistrati hanno disposto l’autopsia, ndr) – ha detto JacoloSono andato in ospedale per parlare con i medici. È possibile che il figlio di una paziente debba attendere quasi un’ora solo per avere delle informazioni? Dove erano medici e sanitari? Ho dovuto chiamare le forze dell’ordine per essere assistito. Solo allora ho avuto l’attenzione di tutti“.

Ricostruiamo i fatti. La mamma di Jacolo, 74 anni, è stata ricoverata al Cotugno lo scorso 5 aprile. Le condizioni della donna colpita dal coronavirus si erano aggravate. Lo stesso giorno è scattato il trasferimento al Monaldi. “Già all’arrivo in ospedale – ha affermato Jacolo – avevo notato un pò di superficialità. A mia madre non sono stati fatti esami e nemmeno un tampone prima che venisse ricoverata. Inoltre mamma era in una camera chiusa, mentre il reparto era aperto e lei non aveva neanche un campanello per eventualmente chiamare i soccorsi se ci fosse stata un’emergenza“.

Muore la madre al Monaldi, parla Raffaele Jacolo

Lo scorso sabato, il 10 aprile, Jacolo è riuscito a rivedere il genitore, “fino ad allora ho solo scambiato degli audio con mamma. – ha dichiarato Jacolo – Un’altra volta ho comunicato con lei attraverso la finestra della stanza dove era ricoverata. Ascoltare la sua voce che dimostrava l’abbandono perpetrato dai sanitari nei suoi confronti, è stato per me un colpo al cuore“.

In questi messaggi la donna avrebbe raccontato al figlio che i medici le avevano sospeso una cura per poi riprenderla dopo tre giorni, “mamma prendeva delle pillole per la pressione e per contenere l’ansia – ha detto Jacolo – si trattava di farmaci pesanti la cui assunzione non può essere stoppata e ripresa all’improvviso. Eppure è successo, per tre giorni non le hanno dato le pillole, per poi dargliele di nuovo“.

La donna avrebbe anche segnalato una particolare incuria rispetto all’alimentazione e alla somministrazione di ossigeno: “I medici dicevano che mamma era autonoma e che avrebbe potuto alimentarsi e muoversi da sola. – ha affermato Jacolo – Invece era allettata, impossibilitata ad alzarsi e non mangiava da tre giorni. Addirittura non l’avrebbero neanche fatta bere dell’acqua. Quando l’ho vista non aveva la maschera per l’ossigeno sul viso, è stata così per un’ora senza che nessuno intervenisse. Abbiamo avuto problemi anche con l’utilizzo della Niv (Ventilazione Meccanica Non Invasiva, ndr)”.

Domenica 11 aprile, “i medici mi hanno comunicato che mamma era stabile“, ha raccontato Jacolo. Poi il lunedì successivo – il 12 aprile – erano circa le 20, quando è arrivata la tragica notizia: la madre di Jacolo era deceduta. “Ho denunciato tutto in Questura e in Procura. Ho fornito dati clinici, perché mamma aveva dei tendini spezzati, una quadrettomia e uno svuotamento ascellare. Ho dato anche alla Polizia e all’autorità inquirente video e audio che dimostrano la mia tesi. Devo riconoscere che gli agenti sono stati molto disponibili e mi hanno aiutato durante tutta la notte di lunedì“.

Voglio solo avere verità e giustizia – ha concluso Jacolo – sia per la memoria di mamma che per tutte quelle persone e quelle famiglie che potrebbero trovarsi a vivere la stessa drammatica situazione. Non ho dubbi, mia madre è stata ammazzata, vittima di mala sanità“.

La denuncia –

Muore la madre al Monaldi, parla Raffaele Jacolo Muore la madre al Monaldi, parla Raffaele Jacolo

La foto –

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