Ancora sconosciute le cause che hanno condotto al delitto di Formia, alla morte di Romeo Bondanese, 17 anni. Il giovane è stato accoltellato e ucciso in via Vitruvio dai 16enne originario di Casapulla (Caserta), fermato e accusato di omicidio e lesioni gravi. Ora è rinchiuso nel Centro d’accoglienza minorile in via Virginia Agnelli, a Roma.
“Mio nipote poteva salvarsi, i soccorsi hanno tardato e nessuno sapeva come bloccare l’emorragia. Romeo era un tesoro, un ragazzo a posto. Con qualche problema a scuola, e chi lo nega, ma mio fratello e la moglie gli stavano dietro. Aveva mille interessi, giocava a calcio, era forte, tifosissimo della Juve. D’estate si dava da fare al porticciolo, lavorava nel rimessaggio delle barche”, racconta Salvatore Orsini, zio di Romeo, al Corriere del Mezzogiorno.
La lite prima dell’accoltellamento, nella quale è rimasto coinvolto anche Osvaldo V., 16 anni, cugino della vittima, colpito a una coscia e ora fuori pericolo, potrebbe essere scoppiata non per una rissa tra giovani ma per assicurarsi la proprietà dello spiazzale, come luogo di incontro della comitiva. L’avvocato della famiglia Bondanese, Civita Di Russo rivela: “Non è stata una rissa, ma un’aggressione diretta contro Romeo e Osvaldo, che nemmeno conoscevano chi li ha presi di mira: forse proprio Romeo, che aveva un carattere molto deciso, a volte fumantino, avrebbe scambiato chi lo ha poi colpito per un’altra persona, lo avrebbe chiamato con un altro nome, e da lì è partita l’aggressione. Non c’è alcun giro di droga o regolamento di conti”.