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Crisi di Governo, Conte trova i numeri e beffa Renzi: il Premier può farcela al Senato

Conte trova i numeri. Il Premier potrebbe essere promosso all'esame al Senato. A lui i voti dal Gruppo Misto e dei 'Responsabili'

C’è una possibile e inaspettata svolta che potrebbe sbloccare lo stallo politico che sta vivendo l’Italia in queste ore. Il Premier Giuseppe Conte sarebbe vicino all’aver trovato i numeri ‘salva-Governo’ al Senato. Il Presidente del Consoglio sta terminando di ‘fare la conta’ a Palazzo Madama.

Conte trova i numeri

Lo strappo di Matteo Renzi potrebbe essere ricucito dai transfughi di Italia Viva e dai ‘Responsabili’ del Gruppo Misto e di Forza Italia. Di conseguenza, Conte potrebbe superare l’esame del voto di fiducia in Aula e continuare a governare ma con una diversa maggioranza.

La replica di Renzi –

Giuseppe Contenon mi pare che abbia i numeri. Ma se li avrà, auguri. È la democrazia“. Però “se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte“. Lo dice Matteo Renzi in un’intervista a La Stampa. L’ex premier non è “così sicuro” che a dare voti all’esecutivo ci saranno anche fuoriusciti da Italia Viva: “Forse qualcuno lascerà, ma se fossi nel governo, almeno per scaramanzia, aspetterei martedì per vedere come va a finire“.

Renzi sottolinea di aver posto “una serie di questioni di merito su vaccini, sanità e investimenti mentre loro rispondono con una manciata di responsabili“. Magari “avranno la vittoria numerica, ma io ho scelto una strada politica, Conte ha scelto l’azzardo. Governare mettendo assieme Mastella e la De Petris di Leu non sarà facile“. Renzi comunque non voterà contro ma si asterrà.

Tra i bersagli di Renzi nell’intervista anche il leader del Pd: “Quando Zingaretti parla non rispondo mai alla prima dichiarazione. Se avessi ascoltato Nicola alla prima dichiarazione – nell’agosto del 2019 – oggi avremmo un Governo Salvini-Meloni“. L’ex premier ribadisce di non detestare Conte: “Abbiamo fatto delle richieste, dai soldi sulla sanità fino alla riapertura delle scuole: ci possono ascoltare o tutto deve essere ridotto a rapporto personale e alla categoria simpatia/antipatia?“.

Renzi dice di voler aiutare “a cambiare il Paese. Se le nostre idee servono, ci siamo. Se non servono, ci dimettiamo” e “abbiamo detto no a chi voleva comprarci con qualche sottosegretariato“. I fondi europei per l’ex premier dovrebbero gestirli “dei ministri capaci con i loro uffici. E per le unità speciali alcuni commissari“. Un superministero per Mario Draghi, “mi sembrerebbe bellissimo ma riduttivo“.

Renzi tornerebbe in maggioranza “se ci fosse il Mes, se si sbloccassero i cantieri, se si aumentassero i soldi per sanità e scuola, se si accelerasse sull’alta velocità“. E se a guidare il governo fosse Luigi Di Maio? “Per favore, non scherziamo” risponde. No anche a “ribaltoni e inciuci con le forze antieuropeiste e sovraniste“. Renzi esclude infine lo sbocco della crisi sarà il voto: “Non esiste” commenta.

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