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Il nuovo Dpcm è ufficiale. Chi resta aperto, chi chiude, zone rosse e coprifuoco: l’Italia divisa in aree. Cosa cambia per i cittadini

Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo dpcm sulle misure restrittive anti-Covid, che ora sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale. Poco dopo mezzanotte è terminata la riunione tra Conte, i capidelegazione della maggioranza, il ministro Boccia e il sottosegretario alla presidenza Fraccaro.

“È stata un’intensa giornata di lavoro con regioni ed enti locali, caratterizzata da confronto continuo e leale collaborazione: i contributi arrivati sono assolutamente costruttivi”, ha commentato Boccia. “Per quanto riguarda le misure economiche e i ristori alle attività oggetto di restrizioni si assicura che in questa settimana verrà approvato dal Consiglio dei ministri un apposito decreto legge che prevederà la tempestiva erogazione delle risorse”, affermano dal Governo.

Nel dpcm resta il regime differenziato che divide l’Italia in tre fasce di rischio di contagio. Tra le poche modifiche apportate ci sono quelle sui parrucchieri: restano aperti anche nelle zone che rientrano nello scenario 4.

Le AREE

Solo nelle prossime 24 ore sapremo in quale categoria sarà collocata ogni regione, in base a 21 criteri. Nella zona rossa dovrebbero essere Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta. A rischio la Campania. Zona arancione Puglia, Liguria e probabilmente il Veneto. Le Regioni hanno chiesto che la valutazione del rischio epidemiologico venga fatta in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali.

LO SCONTRO CON LE REGIONI

“Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome”, si legge nel documento firmato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. “Le Regioni, continua il documento, chiedono “di varare il provvedimento ristori insieme a dpcm”, e “ribadiscono la richiesta di univoche misure nazionali e, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale”. Da chiarire, infine, ”chi può e deve disporre la chiusura al pubblico di strade e piazze nei centri urbani”.

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