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Campania, mare pulito o a rischio malattie: dove fare il bagno e dove no

Gli esami fatti dall'Arpac e i dati comunicati dall'ente regionale per l'ambiente

Il mare dal litorale domizio sino al Cilento. Una costa lunghissima che potrebbe essere una ricchezza inestimabile per la regione Campania, i turisti e i suoi abitanti. Invece i danni ambientali perpetrati nel tempo hanno devastato parti di questo splendido territorio. La situazione è cambiata con il lockdown causato da coronavirus. Di seguito, come elencati da Teleclub, i numeri pubblicati dall’Arpac (l’ente regionale per l’ambiente) sullo stato della balneazione in Campania.

Provincia di Caserta
Bollino rosso per la zona al confine con il Lazio. A Sud del Fiume Garigliano, nel comune di Sessa Aurunca, a pochi chilometri da Minturno, il tratto di mare è considerato non balneabile. Appena sufficiente la qualità delle acque pochi chilometri più giù, a “Pineta Sud“. Buona se non eccellente la qualità delle acque a Baia Domizia e Baia Felice. Migliora la salute del mare anche sul litorale di Mondragone e Castel Volturno (Ischitella compresa). Restano off-limits i punti a ridosso della foce del canale Agnena e del Volturno.

Provincia di Napoli
Il primo punto dov’è sconsigliata la balneazione è la foce di Patria, a ridosso delle province di Caserta e Napoli. Restano invece cerchiati in rosso i tratti puteolani della costa domiziana, a “Lido di Licola” e “Stabilimento balneare”. Appena sufficiente, poco più a sud, la qualità delle acque in località “Stazione Marina di Licola“. Torna invece balneabile a distanza di anni il tratto di “Via Squalo”, nel comune di Giugliano. Bene anche Varcaturo. Scendendo più giù, off limits anche il tratto di costa a ridosso del depuratore di Cuma. In questo tratto fare il bagno potrebbe essere rischioso ed esporre i bagnanti a rischio di contrarre virus e malattie infettive.

Eccezion fatta per le zone portuali, da sempre interdette alla banleazione per gli scarichi dei natanti, è buona la qualità delle acque sia lungo il litorale flegreo che lungo quello del capoluogo. A Pozzuoli città resta sconsigliato fare il bagno e il tratto a ridosso del centro urbano è bollato in rosso dall’Arpac. A Napoli supera di poco la sufficienza la qualità delle acque del lungomare Caracciolo e del tratto di piazza Nazario Sauro. Interdetta ai bagnanti la fascia costiera che va dal porto a San Giovanni a Teduccio. Bollino rosso per il mare di Pietrarsa, periferia est.

Nell’area vesuviana, non gode di ottima salute il mare di Ercolano, Torre del Greco e Portici. La qualità delle acque è comunque considerata buona e non insistono sul tratto di costa interessato divieti di balneazione. Cerchiati in rosso invece, la “Foce del Fiume Sarno”, nel comune di Torre Annunziata. Stop ai bagnanti anche a Castellammare di Stabia, nei tratti di “Ex Cartiera” e “Villa Comunale”. La qualità delle acque è considerata pessima dall’Arpac. Nessun problema invece, neanche quest’anno, per la penisola sorrentina e amalfitana. Unico neo la “spiagga delle sirene” di Amalfi, considerata non balneabile dopo gli ultimi esami effettuati dall’Agenzia Regionale nel mese di giugno.

Provincia di Salerno
Scendendo ancora più giù lungo la costa, salta all’occhio la bocciatura della spiaggia Marmorata di Ravello, in provincia di Salerno. In attesa di qualificazione invece la spiaggia di Minori. In cattivo stato di salute anche il “primo tratto” di Marina di Vietri e la zona “Est Fiume Irno” di Salerno. Scendendo ancora più giù, cerchiati in rosso i tratti di “Magazzeno” e “La Picciola” di Pontecagnano Faiano. Supera di poco la sufficienza invece il litorale di Capaccio Paestum (“Ponte di Ferro”, “Torre di Paestum”).

La nota dell’Arpac

La pubblicazione dei dati sullo stato delle acque di balneazione risponde all’esigenza di fornire in tempi rapidi alle istituzioni e all’utenza i dati sulla qualità del mare che emergono dall’attività di monitoraggio condotta dall’ARPAC in ogni stagione balneare.

Il programma di sorveglianza sulla qualità delle acque di balneazione rientra tra i compiti istituzionali dell’ARPAC affidati dalla Regione Campania con Legge n. 10/98 istitutiva dell’Ente. Tale programma è svolto secondo le disposizioni in materia di monitoraggio, classificazione, gestione della qualità delle acque destinate alla balneazione e informazione al pubblico previste dal d.lgs. 116/08 e seguendo i criteri fissati dal decreto ministeriale 30 marzo 2010 e modificato dal D.M. 19 aprile 2018.

La balneabilità delle zone costiere per la stagione balneare 2020 è stata definita ai sensi della norma con la delibera regionale n. 680 del 30.12.2019 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 2 del 07/01/2020),sulla base dei controlli eseguiti da ARPAC dal 1° aprile al 30 settembre delle ultime quattro stagioni balneari (2016-2017-2018-2019).

Il giudizio di idoneità di inizio stagione balneare, espresso in delibera, deriva dall’analisi statistica degli ultimi quattro anni di monitoraggio in base agli esiti analitici di due parametri batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali ritenuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità indicatori specifici di contaminazione fecale.

Le acque di balneazione sono classificate secondo le classi di qualità previste dalla norma: Scarsa, Sufficiente, Buona, Eccellente e riportate in forma tabellare negli allegati della suddetta delibera regionale. Le acque “non balneabili”, ad inizio stagione balneare, sono quelle che risultano di qualità “scarsa”. Per ciascuna acqua di balneazione classificata «SCARSA», ai sensi del D. lgs. 116/08, le Amministrazioni comunali dovranno adottare, ad apertura della stagione balneare, le seguenti misure:

adeguate misure di gestione, inclusi il divieto di balneazione, per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento;
individuazione delle cause e delle ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo «sufficiente»;
adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento;
garantire l’informazione al pubblico.
Nella categoria acque “Nuova classificazione” rientrano le acque riammesse alla balneazione negli scorsi anni in seguito al verificarsi delle condizioni di legge. Tali acque saranno classificate al raggiungimento del set di dati minimo necessario all’attribuzione della classe di qualità comprendente almeno 16 campioni (d.lgs. 116/08 art.7, c.4, 5).

Nella mappa interattiva di ARPAC, per una chiarezza immediata, le aree di balneazione sono indicate, ad apertura stagione balneare, in maniera simbolica con tratti colorati in base alla classificazione (=Scarsa; =Sufficiente; =Buona; =Eccellente) mentre i punti di campionamento in esse ricadenti saranno individuati con una simbologia di colore blu se sono dichiarati balneabili e di colore rosso se risultano non balneabili. Le aree nuove o di nuova classificazione sono invece rappresentate di colore bianco . Con il simbolo vengono indicati i prelievi aggiuntivi in punti predefiniti in corrispondenza di potenziali fonti di inquinamento.

La mappa dell’Arpac

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