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La storia di Mario De Michele a Le Iene: “Ho fatto una cosa gravissima, non posso fare finta di nulla”

Ieri sera è andato in onda un servizio della trasmissione Le Iene sul caso Mario De Michele, direttore del giornale online “Campania Notizie”, indagato per aver simulato i due attentati subiti il 14 novembre 2019 e il 4 maggio 2020. L’inviato Silvio Schembri, è andato a parlare con lui, “Ho fatto una cosa gravissima, non posso fare finta di nulla”, ha dichiarato il giornalista, asserendo però che il primo agguato, quello del 4 novembre scorso, è stato un vero attentato camorristico.

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A Mario De Michele, dopo aver denunciato il primo agguato intimidatorio per mano di sconosciuti, viene data subito protezione e diventa un simbolo del giornalismo anticamorra. Il 4 maggio però denuncia un secondo atto intimidatorio nel suoi confronti. La Direzione distrettuale Antimafia di Napoli inizia quindi le indagini scoperndo che i colpi di pistola esplosi contro l’ abitazione di Maro De Michele li aveva sparati da solo. Dopo qualche giorno  viene emesso un avviso di garanzia nei confronti del giornalista. I reati contestati dalla Dda di Napoli son quelli di calunnia e detenzione di armi da fuoco in concorso con un Pasquale Ragozzino, avvocato di Orta di Atella che avrebbe fornito una delle armi usate nell’occasione.

“Ho fatto una cosa gravissima, non mi piace il personaggio anticamorra che stavo interpretando. Ammetto di aver simulato il raid contro casa mia però il 14 novembre sono stato realmente vittima di un agguato. Volevo maggiore protezione per me e la mia famiglia, sentivo che durante la pandemia l’attenzione nei miei confronti si stava abbasando perciò ho inscenato una nuova intimidazione, inserendo in una busta alcuni proiettili e scrivendo una lettera anonima”. Questa la confessione alle telecamere del Le Iene di Mario De Michele. “Mi assumo tutte le responsabilità. – continua il giornalista – ” Il 14 novembre però non mi sono autosparato e Pasquale Ragozzino non c’entra nulla”.

Secondo le indagini le armi e le munizioni per i finti attentati ai danni dell’auto e della casa di Mario De Michele sarebbero stati forniti da Pasquale Ragozzino, legato da rapporto di parentela con l’ex sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio.

De Michele avrebbe esploso i colpi d’arma da fuoco con il concorso di Ragozzino che avrebbe invece fornito le armi utilizzate. Insieme sono accusati di aver detenuto e portato illegalmente in luogo pubblico armi non identificate e le relative munizioni per provvedere poi ad utilizzarle.

Nell’intervista De Michele appare consapevole della gravità delle sue azioni e rammaricato. Le indagini sono ancora in corso. Ora si procederà a comparare i colpi di pistola esplosi nei due agguati con l’arma trovata nella sua abitazione, per capire se è stata la stessa arma a sparare nelle due occasioni. Intanto sabato scorso si è riunito il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e ha già stabilito di proporre all’Ucis di togliere la scorta a Mario De Michele,assegnata in occasione del  primo attentato.

L’accusa nei suoi confronti

Sono due i presunti finti tentati agguati che Mario De Michele ha simulato: uno mentre era a bordo della propria auto e uno quando era dentro la propria abitazione. In entrambi i casi dei camorristi inesistenti avrebbero esploso contro di lui diversi colpi d’arma da fuoco a scopo intimidatorio.

Nel corso del lockdown mi sono sentito solo, dopo mesi sotto i riflettori, improvvisamente nessuno pensava più a me, volevo tornare al centro dell’attenzione“, ha detto – come riportato da Il Mattino – De Michele agli inquirenti.

La sua vicenda era giunta all’onore delle cronache con giornali, portali web e trasmissioni televisive che ne hanno parlato. Fino all’incredibile epilogo: De Michele si è inventato tutto. Per questo gli sarà revocata la scorta e l’Ordine dei giornalisti avvierà un procedimento disciplinare nei suoi confronti.

Agguato contro Mario De Michele, Direttore di Campania Notizie