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Italiani fermi in Colombia, il Sindaco Zinno: “Farnesina con noi, situazione complessa”

Contatti col Viceministro Sereni. Rischio per gli italiani di restare a oltranza. Molti non possono pagare il viaggio. Tema in Commissione alla Camera

È complicata l’odissea degli italiani bloccati in Colombia. Almeno non sarà risolta in tempi brevi. Secondo quanto appreso da VocediNapoli.it e così come confermato dal Sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno, fonti della Farnesina vicine al Vice Ministro Marina Sereni hanno fatto intendere che il Governo non ha pronta una strategia immediata per consentire il ritorno in Italia dei 47 concittadini che sono nel paese sud americano.

Siamo fiduciosi e confidiamo nell’operato dello Stato. Ma al momento ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni – ci ha detto l’avvocato Marco Liguori portavoce delle istanze di tutti e 47 gli italiani fermi in Colombia – qui ci sono persone che non hanno più soldi. Come faranno ad andare avanti? Almeno il Governo provveda tramite l’Ambasciata a fornirci i beni di prima necessità o ci paghi un volo per tornare a casa“.

L’avvocato Liguori è, insieme all’imprenditore Raffaele Mazzaro, di San Giorgio a Cremano. Con altre nove persone si trova a Bogotà, capitale della Colombia. Grazie al supporto del collega Salvatore Galdieri è riuscito a mantenere un filo diretto con il Sindaco Zinno. La situazione sta diventando preoccupante e all’orizzonte appare un’unica soluzione.

Pare che l’unica possibilità sarebbe quella di sfruttare dei voli semi-commerciali con scopi umanitari. Voli organizzati ad hoc che da Bogotà ci porterebbero in Europa – ha detto Liguori – ma tale prospettiva sarebbe comunque riservata solo ad alcuni dei 47 italiani. Saranno fatte delle liste di imbarco in base alle priorità e alle condizioni dei viaggiatori. Di conseguenza: chi parte dovrà pagarsi il viaggio dalla Colombia fino in Europa, poi ci sarebbe un secondo volo che dovrà portare i concittadini in Italia ed ognuno di essi – sempre a sue spese – dovrà provvedere al ritorno presso le proprie abitazioni. Invece, chi resterà ancora qui, dovrà continuare a pagarsi le spese mediche, il cibo e il soggiorno. Stiamo parlando di molte centinaia di euro, una follia“.

L’Avvocato Liguori ha scritto una lettera inviata alla Farnesina, al Quirinale, all’Ambasciata italiana a Bogotà e alla Croce rossa italiana dove ha spiegato le attuali condizioni e richieste dei 47 italiani al momento ‘prigionieri’ in Colombia. Nel documento sono indicati i nominativi e numeri di passaporto di ogni concittadino. Nelle prossime ore la questione potrebbe arrivare sul tavolo della Commissione degli affari Esteri alla Camera grazie all’intervento del Deputato Gianluca Cantalamessa contattato dall’avvocato Galdieri.

“Come confermato dal legale, “mi sono adoperato affinché la vicenda possa arrivare ad alcuni parlamentari ed esponenti del Governo. È inaccettabile che circa 50 italiani siano abbandonati in un altro Stato. Se in passato l’esecutivo si è impegnato con voli umanitari e militari per riportare a casa dei concittadini, non capisco perché la stessa cosa non dovrebbe essere possibile adesso. Inoltre, sarebbe il caso che l’Ambasciata italiana in Colombia si mobiliti e in fretta per fornire beni di prima necessità a uomini, donne, anziani e bambini che stanno vivendo una situazione angosciante“.

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L’avvocato Salvatore ‘Aldo’ Galdieri

 

LA LETTERA –

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