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“Abbandonati e senza aiuti, riportateci a casa”: l’appello di Marco e Raffaele napoletani bloccati in Colombia

"Chi è senza soldi come farà a vivere? Servono beni di prima necessità"

Hanno voluto specificare che sono andati in Colombia non per divertirsi ma per lavoro e per motivi familiari. L’avvocato Marco Liguori ha una compagna di origini colombiane. Il fratello, residente a Cali, è affetto da una grave patologia.

Per questo si è recato a Febbraio in Colombia, quando ancora la pandemia causata dal coronavirus non era diventata globale. Raffaele Mazzaro che nel paese sud americano ha aperto una pizzeria, è partito a gennaio.

Le circostanze negative hanno unito entrambi, in una richiesta allo Stato italiano affinché quest’ultimo provvedesse al loro ritorno. E come loro ci sono altre 83 persone, tra cui figurano cittadini e residenti in Italia. Ecco come è nato l’appello pubblicato in esclusiva da Vocedinapoli.it.

Marco sarebbe dovuto tornare a marzo, Raffaele a maggio. Tutti e due avevano già acquistato il biglietto ma a causa delle restrizioni imposte dal governo colombiano per far fronte all’emergenza targata covid19, sono rimasti in Colombia.

Un soggiorno forzato che sta durando da circa un mese. Dal 16 aprile Marco e Raffaele sono arrivati a Bogotà dopo aver affrontato, in ordine, un viaggio via terra durato quasi 24 ore e un escursione termica di almeno 15 gradi. Senza contare che la capitale colombiana si trova a 2.700 metri di altezza, aspetto che può provocare disturbi respiratori per chi non è abituato a certe altitudini.

Per questo motivo Marco si è fatto promotore di un’iniziativa per la quale ha fatto da portavoce a tutti gli altri cittadini ‘prigionieri’ in Colombia: una lettera indirizzata alle massime istituzioni italiane. Con la speranza che lo Stato possa agire con la massima rapidità.

Ci sono donne, anziani e bambini. Alcune persone sono malate, una donna aspetta un bambino. La situazione è molto difficile e può diventare tragica – ci ha detto Marco -. I soldi sono finiti, io devo ringraziare il Direttore della filiale Banca Intesa di San Giorgio a Cremano che è riuscito a darmi una mano. Ma per molti sono fondamentali beni di prima necessità“.

Intanto il caso, grazie al lavoro dell’avvocato Salvatore Galdieri, del Sindaco Giorgio Zinno e del Deputato Gianluca Cantalamessa, sarebbe giunto alla Farnesina e nelle prossime ore potrebbe arrivare sul tavolo della Commissione affari esteri della Camera.

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