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“Io bodyguard, costretta ad andare a Milano per lavorare”, la storia di Gabriella discriminata perché donna

La donna, 50 anni, è trentina ma campana di adozione. Tornata a Castellammare per fare la nonna non ha trovato lavoro. Ha collaborato con D'Alessio

È un mestiere per il quale è necessario prepararsi bene ed aggiornarsi. Fare degli allenamenti, seguire dei corsi ed imparare specifiche procedure. Poi bisogna avere una certa capacità organizzativa e nel fare i sopralluoghi. Infine, è necessario avere rapporti con enti privati e pubblici, come le prefetture.

Si tratta del lavoro di bodyguard un’attività che serve a garantire la sicurezza del personaggio famoso di turno ma anche di tutti coloro che partecipano ad un determinato evento. Una professione immaginata al maschile ma che invece ha anche protagonisti femminili.

Una di essi è Gabriella la cui storia è stata raccontata da Il Mattino. La donna, 50 anni, ha collaborato con artisti importanti: Adriano CelentanoModàPoohJovanottiGigi D’alessio. Ma a quanto pare queste referenze scritte nel suo curriculum non sono bastate a trovare lavoro.

A trovarlo almeno al Sud. Perché Gabriella, trentina d’origine ma che ha sempre vissuto a Torino, da anni è di casa a Castellammare di Stabia. La località campana è diventata familiare per Gabriella per motivi amorosi.

Dopo anni trascorsi a Milano la nostra protagonista è tornata in territorio stabiese per fare la nonna. Ma quando ha iniziato a cercare lavoro ha trovato soltanto porte chiuse e discriminazioni sessiste. Una triste vicenda denunciata al quotidiano napoletano.

Vuoi fare l’addetta alla sicurezza? Hai un ottimo curriculum, se vuoi possiamo parlarne stasera a cena. La buttafuori? No, per te ci vuole l’uncinetto. Vuoi lavorare agli Scavi? Non è un lavoro da donne. Dovrò tornare a Milano per lavorare. Certo, l’approccio dei miei colleghi maschi non è sempre stato dei migliori ma al di là di qualche battuta spinta, niente più. Quello di addetto alla sicurezza viene considerato un lavoro maschile, spesso da affidare a ragazzi appena maggiorenni, amanti del fitness ma inesperti nel settore. Invece, negli anni si è evoluto ed è una combinazione di diverse tecniche, spesso sottovalutate. Qui al Sud per una donna è praticamente impossibile lavorare in questo settore. Mi godrò qualche altra settimana con la mia nipotina, poi a fine marzo mi metterò in treno per tornare a Milano. Lì ho già programmato un nuovo colloquio di lavoro in questo settore, per occuparmi di sicurezza politica. Peccato, perché la mia intenzione era poter lavorare nella terra che amo davvero“, ha raccontato Gabriella.

"Io bodyguard, costretta ad andare a Milano per lavorare", la storia di Gabriella discriminata perché donna