E’ stato condannato all’ergastolo dal Gup del tribunale di Napoli Nord Salvatore Tamburrino, ex esponente della camorra napoletana seguendo le cui orme gli investigatori arrivarono alla cattura del boss Marco Di Lauro, imputato per l’omicidio della moglie Norina Matuozzo, avvenuto nel marzo dello scorso anno.
La donna fu freddata con tre colpi di pistola da Tamburrino, da cui aveva avuto due figli, e che non voleva accettare la separazione dalla moglie. Il delitto avvenne a Melito, alla periferia nord di Napoli, nell’abitazione dei genitori della donna, da cui quest’ultima si era rifugiata dopo avere deciso di lasciare il marito in seguito al tradimento con un’altra donna.
Nessuno sconto di pena, dunque, nonostante lo status di collaboratore di giustizia acquisito dall’imputato per il suo pentimento. Dopo il delitto, infatti, Tamburrino che nel quartiere era noto come fedelissimo del clan Di Lauro, si costituì fornendo informazioni preziose per rintracciare e arrestare il figlio latitante dell’ex boss di Secondigliano, Paolo di Lauro. Marco Di Lauro, ‘F4′, era nella lista dei ricercati più pericolosi del mondo ed è stato arrestato dopo la soffiata del femminicida, nondimeno, la corte che ha giudicato Tamburrino, non solo non gli ha concesso le attenuanti chieste dalla difesa, ma ha anche riconosciuto la premeditazione del reato, che gli è valsa in carcere a vita per omicidio volontario.
Duro il commento della cugina della vittima, Marika Natuozzo, che su Facebook scrive: “Giustizia è fatta, ergastolo per la bestia!”. Oggi in aula era presente la madre di Norina e i parenti più stretti, che più volte nei mesi scorsi avevano chiesto giustizia precisando che Norina non aveva nulla a che fare con la camorra.

