Le disperate parole della donna uccisa dal consorte, Salvatore Tamburrino. Dopo il femminicidio scattò l'arresto di Marco Di Lauro
“Mia figlia è morta due volte. La seconda volta l’ha uccisa lo Stato che l’ha coinvolta ingiustamente nell’arresto di un camorrista che con Norina non centrava nulla“. Sono le parole di Gabriella, 66enne madre di Norina Matuozzo, la giovane uccisa a 33 anni dal marito Salvatore Tamburrino.
Il femminicidio è avvenuto a Melito (località in provincia di Napoli) lo scorso marzo. Il delitto ha fatto da apristrada per l’arresto del super latitante Marco Di Lauro il cui braccio destro, durante la latitanza, era proprio Tamburrino.
Gabriella ha raccontato a Il Mattino gli attimi che hanno preceduto la morte della figlia: “Mia figlia è morta tra le mie braccia, ho sentito il suo corpo sobbalzare dal pavimento per i colpi di pistola ricevuti. Poi ha esalato l’ultimo respiro“.
E’ ancora scossa la mamma di Norina Matuozzo, la 33enne uccisa dal marito camorrista a Melito. La donna, Gabriella, 66 anni, ha raccontato a Il Mattino i drammatici momenti che hanno preceduto la morte della figlia e le presunte ragioni del femminicidio.
La donna ha detto che la figlia e Tamburrino litigavano spesso. Lui la maltrattava e picchiava per poi farsi perdonare. Diventava dolcissimo e la riempiva di regali. Aveva anche prenotato un viaggio a Parigi. “Una ventina di giorni prima lei e il marito avevano litigato e Norina era tornata da noi, come ogni volta. Poi lui era riuscito come sempre a farsi perdonare, riempiendola di regali“.
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Gabriella ha raccontato che Norina aveva deciso di lasciare il marito. La scelta divenne definitiva quando la 33enne scoprì che Tamburrino l’aveva tradita: “Norina ricevette la visita di una donna che era stata l’amante del marito per tre anni, la quale le riferì di essere ancora infastidita dall’uomo nonostante lo avesse lasciato da un mese. Ricordo quella sera: mia figlia non volle sentire ragioni e decise di tornare da noi“.
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