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Morte Kobe Bryant, arriva l’accusa: “Non avrebbero dovuto volare con quelle condizioni meteo”

E’ ancora in fase di accertamento la dinamica di quanto accaduto nella giornata di domenica a bordo dell’elicottero su cui viaggiava Kobe Bryant, la figlia e altre sei persone. Il velivolo è precipitato, provocando la morte di tutte le persone che erano a bordo. Sembra essere esclusa l’ipotesi del guasto tecnico, a provocare l’incidente potrebbero essere le scarse condizioni meteorologiche, dovute a un fitto banco di nebbia, che impediva una corretta visibilità.

Condizioni meteo che avrebbero dovuto bloccare i voli degli elicotteri. Come spiegato dal comandante Gian Luca Ciotti, Direttore Operazione Volo della Società E + S Air, a Il Messaggero, secondo lui decollare con tutta quella nebbia è stata senz’altro un’imprudenza. “Per le conclusioni definitive bisognerà aspettare le indagini della Ntsb (National Transportation Safety Board, ndr), l’ente statunitense che gestisce le ispezioni sugli incidenti di volo. Ma dalla ricostruzione della conversazione con la torre di controllo, la causa è da attribuire, con buona probabilità, alle avverse condizioni meteo causate dalla fitta nebbia“.

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Il comandante Ciotti ha spiegato anche che il video che sta girando sui social di un elicottero bianco e rosso è falso, o meglio non è quello su cui viaggiava Kobe Bryant e tutto l’equipaggio rimasto coinvolto nel tragico incidente. Secondo Ciotti l’errore del pilota potrebbe essere stato volare comunque con quelle condizioni meteo, cedendo alle pressione dei clienti: “A volte il “cliente” insiste. Ma bisognerebbe sempre imporre la propria professionalità ed esperienza“.

L’incidente potrebbe essere stato l’insieme di una serie di cause negative, tra queste il fatto che non avrebbe potuto volare al di sopra del fitto banco di nebbia perché doveva favorire il passaggio di un aereo. Dai vari controlli tecnici, per ora, si vede che l’elicottero ha girato per 15 minuti su se stesso e potrebbe essere entrato nel banco di nebbia, schiantandosi poi contro una collina. Il pensiero va chiaramente alle vittime e a cosa hanno provato in quegli istanti. Ma, come ha spiegato il comandante Ciotti, l’elicottero volava a 300 km orari, per cui non hanno avuto il tempo di rendersene conto: “E’ stato un attimo, il tempo dello schioccare di dita“.