Al via la Settimana della Salute
Una tecnica operatoria che consente di far risparmiare denaro al servizio
sanitario pubblico e di operare pazienti altrimenti insperabili. Ciò
nonostante le regioni del Mezzogiorno non sono ancora pronte e non
riescono a far decollare gli interventi. La tecnica si chiama Tavi,
acronimo di impianto transcatetere di valvola aortica, e serve appunto a
contrastare la stenosi aortica. In Campania parte in questi giorni un
progetto che in maniera evocativa è stato chiamato “Tavi e Vita” e che
porta nei capoluoghi della nostra regione la Settimana della Salute. A
partire dal 27 (da Piazza Municipio) isaranno in piazza per sei
appuntamenti che toccheranno in questi giorni i capoluoghi di provincia:
Salerno (28 gennaio, Piazza della Concordia), Avellino (29 gennaio Corso
Vittorio Emanuele), Benevento (30 gennaio Piazza Federico Torre), Caserta
(31 gennaio Slardo San Sebastiano) sino al 1 febbraio nuovamente a Napoli.
Seconda edizione, dopo quella tenutasi in Piemonte, il format campano
presenta una novità importante, la “Settimana della Salute” coinvolge
infatti, oltre ai cardiologi interventisti del GISE e i cardiochirurghi
della SICCH, per la prima volta anche i Medici di Medicina Generale,
pronti per visite e consulti gratuiti.«Una corretta educazione sanitaria e
la diffusione d’informazioni ai cittadini su validi stili di vita sono due
finalità che l’Ordine dei Medici di Napoli persegue da sempre – dice
Silvestro Scotti (Presidente Ordine dei Medici e Odontoiatri di Napoli e
provincia, MMG) -.Del resto, come medico di Medicina generale, sono
particolarmente sensibile a questo tema. È essenziale che i medici siano
messi in condizione di individuare in maniera precoce quei piccoli segnali
che sono dei veri e propri campanelli d’allarme». Nel caso della stenosi
aortica, la carta vincente è la collaborazione tra cardiologi
interventisti e cardiochirurghi con i cardiologi del territorio e i medici
di medicina generale».
L’obiettivo del progetto è sensibilizzare le istituzioni, la comunità
medico-scientifica e l’opinione pubblica sul tema della stenosi aortica e
su una tecnica operatoria (la TAVI, appunto) che consente di ottenere
migliori risultati in termini di salute con un risparmio di risorse a
carico del sistema sanitario. Obiettivo importante, (promosso da
Medtronic) che non a caso è stato ideato e realizzato dalla Società
Italiana di Cardiologia Interventistica in collaborazione con la Società
Italiana di Chirurgia Cardiaca e la Società Italiana di Cardiologia.
«La stenosi aortica – dice Giuseppe Tarantini, Presidente GISE e
responsabile del Progetto “TAVI è Vita” italiano – è una delle malattie
più comuni delle valvole cardiache (che in Italia riguardano oltre 1
milione di persone e il 10 per cento della popolazione oltre i 65 anni, la
fascia più colpita). La tecnica operatoria TAVI è una procedura
estremamente innovativa, ma ancora sottoutilizzata. A oggi, infatti, sono
soltanto circa 110 i pazienti trattati ogni milione di abitanti rispetto
ai circa 250 per milione di abitanti che meriterebbero il trattamento
secondo le evidenze cliniche».
E sono molte le barriere, di prevalente natura organizzativa ed economica
che ostacolano la diffusione della TAVI. Come al solito, con qualche
aggravante per le regioni meridionali dove, spiega Giovanni Esposito
(Professore Ordinario di Cardiologia e Direttore Cardiologia
Interventistica e Strutturale Università Federico II di Napoli, GISE). «la
mancanza di standard organizzativi per la gestione e la cura dei pazienti
con stenosi aortica severa si associa e aggrava la problematica
finanziaria e favorisce il triste fenomeno della mobilità passiva ovvero
delle migrazioni dei pazienti, oneroso per le amministrazioni regionali ma
anche per i cittadini. TAVI è Vita ha tra gli obiettivi principali quello
di sensibilizzare i medici del territorio e soprattutto creare un network
all’interno del quale i pazienti e i medici coinvolti nella loro cura
possano muoversi con facilità e ottenere il miglior risultato terapeutico.
In questo contesto e, secondo un modello di organizzazione unico in
Italia, in Campania è possibile che pazienti afferenti a centri in cui non
si effettua la TAVI possano essere sottoposti alla procedura in centri di
riferimento e continuare la degenza presso l’istituto di provenienza.
Questo sistema si propone di ridurre la mobilità inter-ospedaliera dei
pazienti, di semplificare l’attività dei medici e, in generale,
alleggerire la spesa pubblica».
Parte importante del Progetto TAVI è Vita in Campania” sono i chirurgi.
«Quest’iniziativa – commenta Enrico Coscioni (Primario Divisione di
cardiochirurgia Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno, SICCH), si distingue
per essere un momento di collaborazione tra Istituzioni, Medicina
Territoriale e Ospedaliera con importanti obiettivi formativi e
informativi. Un modello d’integrazione multidisciplinare per il
trattamento della stenosi aortica al servizio della medicina territoriale
e dei cittadini per la valorizzazione della cardiologia e della
cardiochirurgia Campana, con lo scopo di offrire ai cittadini le migliori
cure per questa patologia ed eradicare la migrazione sanitaria».