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Palazzo Reale, meraviglie nascoste e rivelate: “Facciamo un grande lavoro ma siamo in pochi”

Un tour 'privato' nello splendido palazzo. Dalle opere ai giardini pensili. La svolta può arrivare dalla recente nomina come ente museale autonomo

Abito a due passi dal Palazzo Reale di Napoli. Sono nato e vivo ai Quartieri Spagnoli. L’immagine di piazza Trieste e Trento prima e Piazza del Plebiscito poi che si aprono così maestosamente davanti agli occhi, dopo che la vista è stata come compressa dagli stretti vicoli di San Ferdinando, ha sempre avuto su di me un grande fascino.

Mai avrei potuto credere che una visita ‘esclusiva’ in uno dei siti storici, artistici e culturali più importanti al mondo, sarebbe stata così rivelatrice. Devo innanzitutto ringraziare la disponibilità, la gentilezza, la competenza e la passione di chi ogni giorno lavora in quegli uffici. Dal Direttore di Palazzo Reale Paolo Mascilli Migliorini, ai suoi collaboratori: Deanna Castino, Antonella Delli Paoli, Stefano Gei, Carmine Napoli, Silvano Saccone.

Ed è grazie a loro se da una semplice visita ‘clandestina’ ai meravigliosi giardini pensili (al momento aperti al pubblico solo il fine settimana e il martedì su prenotazione) e alle splendide sale del Palazzo, che trasudano arte e storia, abbiamo potuto comprendere meglio la realtà. Un contesto fatto di persone che si prodigano quotidianamente affinché le opere siano curate e mostrate al pubblico.

Così, con la sapiente guida dello storico dell’arte, il Dottor Saccone, abbiamo scoperto tanti dettagli relativi alla storia di Napoli che fino a questa mattina ci erano sconosciuti. Episodi che a partire dalla loro rappresentazione artistica, su tele, arazzi, quadri, e sugli oggetti di prestigio, ci hanno permesso di fare alcuni straordinari approfondimenti riguardanti l’infinita e ricca cultura che ha la nostra città.

Ma non è tutto oro quel che luccica. A lavorare presso il Palazzo Reale ci sono poche persone. Un numero esiguo se si considera il patrimonio contenuto nel monumento e le tante iniziative che vengono fatte e che sono in cantiere. Da mostre, a eventi fino ai convegni: il Palazzo Reale è diventato un punto di riferimento mondiale della storia, l’arte e la cultura. La svolta potrebbe esserci proprio a partire dai prossimi mesi.

Infatti, il Palazzo Reale è stato nominato dal Ministero per i beni artistici e culturali (MIBACT) polo museale autonomo. Questo consentirà al nuovo Consiglio di amministrazione di nominare un Direttore che potrà prendere specifiche decisioni sempre in coordinazione con la Sovrintendenza e il Ministero. Domani sarà inaugurata una nuova mostra: “L’arte della Giustizia. La Giustizia nell’arte“. Abbiamo avuto la fortuna di dare una sbirciata nella sala dove sarà allestito l’evento.

Abbiamo visto i volti sorridenti di alcuni ragazzi che erano al lavoro per preparare al meglio l’iniziativa. Quell’entusiasmo, quella voglia sono evidentemente gli stessi elementi che hanno spinto all’epoca l’architetto reale Gaetano Genovese. Quest’ultimo, da visionario, aveva immaginato un nuovo Palazzo Reale dando alla struttura l’immagine che ancora oggi conserva.

Genovese voleva fare dei giardini, che ai tempi dei Borbone erano aperti al pubblico, un luogo dove i reali avrebbero potuto avere un accesso diretto al mare. Un pò come le famose residenze imperiali e zariste. Il suo sogno fu infranto da una colmata di cemento arrivata con la realizzazione del rettifilo. Così sono nati gli attuali giardini della litoranea e via Acton.

Non entro nel merito di questa vicenda storica e urbanistica. Mi auguro che i sogni di queste persone che lavorano per conservare e promuovere il patrimonio artistico, storico e culturale di Napoli non siano infranti come accadde a Genovese. Loro meritano di più dalla politica, meritano che quest’ultima torni ad essere appunto visionaria. Perché il futuro è presente e non può prescindere dal passato.

Palazzo Reale, meraviglie nascoste e rivelate: "Facciamo un grande lavoro ma siamo in pochi"