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L’addio ad Alessandro Napolitano, trucidato sotto casa: “Non siete esseri umani”

Il giovane è stato ucciso giorni fa a Miano. Aveva 30 anni, lascia un bimbo e una compagna

È stato ammazzato da un killer che gli ha esploso contro cinque colpi d’arma da fuoco di cui due al volto. Alessandro Napolitano, 30 anni, è morto sul colpo. Era nella sua auto, stava rientrando a casa dopo aver chiuso il bar gestito dal fratello. Alessandro lascia una compagna e un bimbo.

L’episodio è avvenuto giorni fa a tra Miano Secondigliano, in via Cupa Capodichino. Oggi, presso la chiesa San Francesco Caracciolo, si sono svolti i funerali del giovane. La rabbia e la sofferenza erano i sentimenti prevalenti. Ma c’era anche la rabbia, di parenti e amici, rispetto ad una vicenda sulla quale stanno indagando le autorità.

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Come riportato da Internapoli, Don Carlo De Angelis ha detto durante l’omelia: “È una notizia shock per il quartiere, avevano tutti una grande stima di questo ragazzo, apprezzato e affabile. Viene anche da una tragedia con la morte del Papà e dello zio ma è andato avanti. Anche la famiglia stimata. La cosa lascia sgomenti tutti e non riusciamo a capire del perché sia andata così. La violenza è una forma di vigliaccheria, chi è violento è un vigliacco. Qualsiasi cosa si doveva affrontare da uomini e non con i colpi di pistola. È un modo di non saper né ragionare e né comportarsi da essere umani“.

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L'addio ad Alessandro Napolitano, trucidato sotto casa: "Non siete esseri umani"
foto di Internapoli.it