Il detenuto, Giosuè Mattuozzo, ha segnalato le presunte violenze alla moglie che ha denunciato i fatti. Il post dell'attivista Pietro Ioia
Era il settembre del 2018 quando la moglie di Giosuè Mattuozzo ha denunciato presso il Commissariato di Scampia le sorti del proprio marito. Quest’ultimo era detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta) per detenzione e spaccio di stupefacenti.
Due giorni prima della denuncia la donna si era recata in carcere per un colloquio proprio con il consorte. La moglie di Mattuozzo aveva notato alcune ferite alla testa del marito e quest’ultimo gli aveva raccontato la violenza che aveva subito.
Mattuozzo sarebbe stato vittima di un pestaggio eseguito da alcuni agenti della Polizia Penitenziaria perché trovato in possesso di una radio. Dopo la denuncia della vicenda, è iniziata l’Odissea di Mattuozzo. Il detenuto è stato trasferito in diversi penitenziari.
Come riportato da Pietro Ioia (attivista per i diritti dei detenuti), Mattuozzo ha varcato i cancelli delle carceri di Termini Imerese, Ucciardone, Secondigliano e Siracusa. Proprio dalla città siciliana la moglie ha chiesto di voler parlare con il Garante per i diritti dei detenuti siculi a causa di una telefonata molto preoccupante ricevuta dal marito.
La donna con il supporto di Ioia ha contattato il Garante nazionale per i diritti dei detenuti, Mauro Palma, ma per ora è ancora in attesa di un cenno da parte dalle istituzioni.
LA DENUNCIA DI IOIA –
“Il detenuto Mattuozzo Giosuè per aver denunciato un pestaggio subito nel carcere di santa Maria Capua Vetere lo hanno fatto diventare un pacco postale: Termini Imerese, Ucciardone, Secondigliano e Siracusa e proprio dalla Sicilia la moglie ha ricevuto una telefonata molto preoccupante dal marito, e chiede un incontro con il garante dei detenuti della regione. Ormai è palese che quando ti pestano e denunci ti allontanano dalla tua regione di provenienza“.
IL POST –