Analisi di un momento del tutto negativo. È un tutti contro tutti tra squadra, allenatore e società
Giusto qualche domanda alla quale non riceveremo risposta. Ma il nostro mestiere ci impone di farle. L’ammutinamento dei calciatori azzurri in seguito ad un presunto litigio avvenuto negli spogliati dopo la sfida casalinga contro il Salisburgo in Champions, ha segnato uno spartiacque.
Uno di quei confini che una volta superati non ti consentono di tornare indietro. La presunta lite tra qualche giocatore e il figlio del Presidente Aurelio De Laurentiis ha fatto da cesura per la fine e l’inizio del ciclo azzurro.
Le polemiche sono riuscite a fare quello che Carlo Ancelotti non è stato in grado di gestire. È evidente che il giocattolo azzurro aveva delle crepe che ora hanno rotto il meccanismo. E vedere un tecnico come Re Carlo protagonista di questo fallimento fa male al cuore.
I calciatori hanno sbagliato, la società vive di rendita con le qualificazioni in Europa e le plusvalenze, i tifosi sono sempre più delusi e arrabbiati. Sembrano passati dieci anni dal quasi scudetto vinto dall’armata della Bellezza guidata da Maurizio Sarri.
È evidente che sono stati rotti tutti gli equilibri e che sono venuti a galla i seguenti problemi, figli di una cattiva gestione estiva:
– Ghoulam;
– I terzini;
– Insigne;
– Qualche infortunio qua e là;
– Il vuoto a centrocampo;
– L’invisibilità di Zielinski;
– Le mancanze al centro della difesa;
– La famosa punta;
– Un gioco, un’identità, la cazzimma;
– Una bella dose di “ciorta”;
– Il turn over che invece di valorizzare i giocatori li sta rincoglionendo;
– I rinnovi dei contratti;
– E pure gli arbitri, il Var…;
– Quelli che…la comunicazione e il marketing;
– Le conferenze stampa per i soliti noti con le solite domande;
– Ah, c’è il silenzio stampa;
– Più di 10 punti dal primo posto;
– Manco al quarto posto;
– La qualificazione in Champions sudata;
– Il ritiro non punitivo ma conoscitivo;
– La rivolta dei calciatori;
– L’allenatore aziendalista che dice: “Non sono d’accordo con il club”;
– L’allenatore tra i più vincenti al mondo che per esorcizzare il momento va da solo in ritiro spirituale.
Sarebbe bello e forse anche giusto se il Presidente De Laurentiis, Ancelotti e il capitano Lorenzo Insigne spiegassero ai tifosi cosa sta succedendo. Ma questo non accadrà. Saremo costretti ad intossicarci la stagione fino a quando non si ritroverà l’armonia.
È difficile che il Napoli si libererà dei calciatori ribelli a gennaio. Anche perché poi il patron dovrà sostituirli e sappiamo bene che quello invernale è un mercato nel quale la società partenopea non ha mai investito. Ora siamo a un misero tutti contro tutti.
Per questo ci siamo chiesti: Ancelotti ma perché sei venuto a Napoli? Cosa ti aspettavi da De Laurentiis, un presidente che ha la chiara volontà di non vincere? Cosa ti aspettavi da giornalisti sciacalli o servili a seconda delle convenienze? Cosa ti aspettavi da una piazza divisa in due e che vive di pane e calcio (con entusiasmo ma spesso con fanatismo e provincialismo)?
Veramente credevi nel progetto? Sul serio hai voluto sistemare la tua pensione e tuo figlio? Avresti dovuto fare da garante per un cambio di proprietà a Castel Volturno? Carletto per favore spiegaci le tue ragioni. Perché vedere che la tua gloriosa carriera possa avere un finale così fallimentare e che quest’ultimo si stia realizzando a Napoli, fa male. Molto male.