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Ancelotti, l’agnello sacrificale di De Laurentiis sull’altare di Palazzo San Giacomo

La telenovella per lo stadio San Paolo si è arricchita di un nuovo e grottesco capitolo. Questa volta ad esserci cascato è stato Carlo Ancelotti

Molti si erano chiesti quando sarebbe accaduto. Quando, un allenatore dal profilo come quello di Carlo Ancelotti, sarebbe inciampato nel caos creato da SSC NapoliComune di Napoli in merito allo stadio San Paolo.

È avvenuto ieri. Un comunicato ufficiale pubblicato sul sito del club azzurro ha riportato le forti dichiarazioni dell’allenatore emiliano. Parole dure contro le istituzioni incapaci di terminare i lavori all’interno di un impianto sportivo. “In due mesi si completa una casa, non sono riusciti a finire neanche gli spogliatoi“, “Sono indignato, qui non si tiene alla squadra della città“.

Insomma, Ancelotti è sceso in campo e come un fulmine a ciel sereno trasformandosi nel braccio ‘armato’ e mediatico del Presidente Aurelio De Laurentiis. Ma “Re Carlo” forse non si è reso conto di essere intervenuto – giustamente, considerato che la vicenda riguarda la squadra che allena – a gamba tesa sconfinando dal mondo del calcio in quello della politica.

E questi scivoloni possono essere pericolosi. Certo, a Napoli attaccare le istituzioni e soprattutto il Comune è un pò come sparare contro la Croce Rossa. Che Palazzo San Giacomo sia allo sbando e del tutto ingovernato è evidente. Basta passeggiare per la città, tra centro e periferie, per verificare lo stato di abbandono e anarchia che sta regnando da anni tra le strade del capoluogo partenopeo.

Del resto la risposta data dal sindaco Luigi De Magistris è una prova di questa incapacità ed inefficienza: “Lo stadio San Paolo è sotto la responsabilità del Comune ma gli spogliatoi sono di competenza dell’Universiade e della regione“. Queste parole non meritano neanche di essere commentate, sarebbe solo una perdita di tempo. In parte, però, sono veritiere.

Di fatto è grazie all’Universiade e ai fondi messi a disposizione dalla regione Campania se è stato possibile dare una ripulita al San Paolo (e non solo). Ma se in meno di 24 ore rispettivamente, Ancelotti (tecnico del Napoli), Gianluca Basile (Commissario per l’Universiade), Carlo Perego (amministratore della ditta incaricata dei lavori), la SSC NapoliDe Magistris (il sindaco) e Ciro Borriello (Assessore allo Sport), hanno rilasciato dichiarazioni tra loro contrastanti un motivo deve pur esserci.

Nessun ritardo, come previsto giovedì (oggi, ndr) i lavori saranno ultimati e venerdì gli spogliatoi saranno a disposizione del Napoli. Ci dispiace per le parole di Ancelotti, lui non è neanche mai venuto a guardare il San Paolo. L’ha fatto il figlio di De Laurentiis che si è complimentato“, queste più o meno le dichiarazioni di coloro che sono stati attaccati da Ancelotti.

Poi il Napoli ha smentito che Edoardo De Laurentiis abbia espresso il suo entusiasmo per lo svolgimento dei lavori presso lo stadio di Fuorigrotta. Dopo questo comunicato ecco arrivare il tweet con le immagini degli spogliatoi ancora senza bagni e docce. Ma il web ha molte contro indicazioni, quindi diversi portali hanno iniziato a pubblicare sui social altre foto che hanno mostrato il “nuovo” volto degli interni del San Paolo.

Le cose sono due, se tutto sarà pronto in vista del match casalingo contro la Sampdoria in programma sabato, Ancelotti dovrà chiedere scusa per la pessima figura. Se invece i lavori non saranno ultimati, a chinare umilmente il capo dovranno essere gli esponenti delle istituzioni. Ma se dovesse concretizzarsi il primo scenario, la domanda è d’obbligo: perché un allenatore come il “Leader calmo” si è prestato a questo squallido e ridicolo gioco del dispetto portato avanti dalla SSC Napoli e dal Comune?

Perché non lasciare che sia il club ad esprimersi o, se ci fosse, un responsabile stampa? Domande alle quali ci piacerebbe avere una risposta. Per ora possiamo solo pensare che De Laurentiis abbia usato il suo tecnico per sferrare un colpo contro il Comune in vista della firma della convenzione (a proposito, ma quando sarà sottoscritto l’accordo?).

E, ci dispiace ammetterlo, Ancelotti ci è cascato, è caduto nella “trappola”, o meglio nella farsa. Forse il tecnico, invece di qualche giocatore, dovrebbe chiedere al Presidente di ingaggiare un paio di professionisti che diano qualità e organizzazione alla società azzurra. Per quanto riguarda il Comune di Napoli non ci resta che stendere un velo pietoso.

Ancelotti, l'agnello sacrificale di De Laurentiis sull'altare di Palazzo San Giacomo