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Carabiniere napoletano ucciso, “Sono stato io”: il retroscena dietro l’assurdo omicidio

Dietro la morte del carabiniere napoletano, ucciso da un turista americano con 8 coltellate a Roma, si cela un retroscena. Tutto è ricollegabile all’uomo che, dicendo di aver subito un furto e di aver ricevuto un’estorsione, ha avvisato i carabinieri facendo scattare la tragedia. A confessare l’omicidio di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere di 35 anni di Somma Vesuviana, è Elder Lee Finnegan, giovane californiano in vacanza con un amico nella Capitale. Dietro l’omicidio però non si celerebbe il furto, ma il tentativo del ragazzo di procurarsi delle droghe per rallegrare l’ultima serata a Roma.

LE INDAGINI. Dopo l’omicidio del carabiniere sono state visionate le immagini delle telecamere di sorveglianza di negozi e banche tra Trastevere e via Cossa, zona Prati, e individuati i due giovani. Erano in una stanza di un hotel situato a pochi passi dalla tragedia, avevano ancora il coltello dell’omicidio e i vestiti indossati durante l’aggressione ed erano pronti a rientrare A casa. Sono stati fermati per omicidio in concorso,  Lee Elder Finnegan di 19 anni e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni. Dopo l’interrogatorio con i militari e poi con il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia uno dei due ha confessato.

LO STRAZIO DELLA MOGLIE: “ME L’HANNO AMMAZZATO”

LA VICENDA. Secondo quanto riporta il Mattino, tutto è partito in zona Trastevere, dove i due turisti cercavano droghe e dove il 45enne, proprietario dello zaino, avrebbe indirizzato i ragazzi verso un pusher. Da chiarire ora la posizione dell’uomo mentre si cerca il pusher. Quest’ultimo avrebbe fornito ai due turisti delle droghe false facendo scattare prima la ricerca del 45enne e poi lo strano furto dello zainetto.

Gli unici fatti certi scaturiscono proprio dopo questo strano furto. L’uomo derubato infatti avvisa  i carabinieri e, all’arrivo di questi ultimi, dice di aver telefonato ai rapinatori che gli avevano chiesto 100 euro per avere indietro chiavi di casa e documenti. All’appuntamento con i due presunti rapinatori però si presentano Cerciello Rega e un collega che, in borghese, individuano i due ragazzi intorno alle tre del mattino. A quel punto i carabinieri decidono di controllare i due giovani, ma uno dei due estrae un coltello e pugnala il carabiniere ferendolo mortalmente.

Si crede che uno dei due statunitensi abbia colpito a morte Rega credendolo un uomo vicino al pusher poiché a Prati il 45enne con cui si erano messi d’accordo telefonicamente, non si era presentato. Oggi intanto sul corpo del vicebrigadiere, sarà svolta l’autopsia mentre i funerali per volere della famiglia, saranno celebrati lunedì, a Somma Vesuviana. Nella stessa chiesa dove lo scorso 13 giugno il vicebrigadiere ha sposato la sua Rosa Maria.