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Tradito dal mare che amava, così è morto il giovane Biagio

Il giorno dopo la tragedia, Agropoli ricorda il 15enne Biagio Manganelli, morto annegato sabato pomeriggio dopo essersi tuffato dalla barca a vela del papà. Fatale per la giovane vittima la corrente presente in acqua, capace di trascinarlo a largo senza lasciargli scampo. Inutile anche il tentativo del papà Giuseppe di raggiungerlo a nuoto dopo aver capito le difficoltà che stava vivendo il figlio.

Un dramma che ha sconvolto l’intero comune cilenteano che ricorda Biagio come un ragazzo timido, riservato e, soprattutto, amante del mare. Quel mare che gli ha tolto la vita troppo presto in una giornata dove appariva calmo. Da qui l’idea di uscire in barca a vela. Intorno alle 15 padre e figlio lasciano i pontili della Lega Navale e si dirigono in mare aperto per un bagno.

Biagio decide dopo un po’ di tuffarsi ma una volta in acqua non riesce a gestire la corrente e viene trascinato a largo. Il padre lo vede in difficoltà e si tuffa in mare nella speranza di raggiungerlo. Nel frattempo la barca a vela, viene trascinata dalle onde fino alla scogliera. Alcuni bagnanti, resisi conto di quanto stesse accadendo, allertano la Guardia Costiera di Agropoli, intervenuto nel giro di pochi minuti. Le motovedette iniziano le ricerche in mare, ritrovando poco dopo Giuseppe Manganelli. Per Biagio invece non c’è stato nulla da fare, il suo corpo quando è stato ritrovato era già senza vita.

Dolore e disperazione ai pontili della Lega Navale quando si è appresa la notizia della morte del 15enne. La madre, presente e in attesa di riscontri, è stata assistita dai sanitari della Croce Rossa dopo aver saputo della scomparsa del figlio. Tantissimi i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia di Biagio.