E’ finita in carcere anche Immacolata Monti, la mamma della piccola Jolanda, uccisa forse strangolata a soli 8 mesi a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno), con l’accusa di omicidio pluriaggravato e maltrattamenti in concorso. Secondo il gip, Luigi Levita, e la Procura, Giuseppe Passariello, marito di Imma già in carcere, e la stessa, avrebbero trovato una linea difensiva unica atta a coprire le responsabilità sull’omicidio della figlia.
Queste accuse si fondando sulle intercettazioni rilevate nel commissariato di polizia lo scorso 22 giugno quando i due furono lasciati soli. A rafforzare l’ipotesi della colpa di Passariello, come riporta il Mattino, c’è la tentata fuga dello stesso quando ancora non si parlava di omicidio. Le indagini non sono concluse infatti sarà fondamentale l’esito dell’autopsia per chiarire anche il movente.
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Come riporta il mattino, il 22 giugno, ovvero il giorno dopo la morte della bimba, la donna preoccupata la marito avrebbe parlato di un cuscino chiedendogli se sarebbe stato il caso di buttarlo e dicendo: “Tutto in faccia”, e poi accostando la mano destra si avvicina alla bocca, “come a simulare il gesto di qualcosa che si appone sul viso”. Dopo un minuto aggiunge: “L’omicidio lo abbiamo fatto”, accompagnando la frase con “uno scuotimento della testa ed uno sguardo diretto a Passariello, in tono dimesso, come a voler cercare un cenno di intesa”.
Poco attendibili invece le parole di Passariello che ha rilasciato dichiarazioni contrastanti tra loro durante l’interrogatorio. Il gip ha dichiarato non meritevole di credito la linea difensiva del 37enne “appare difficilmente spiegabile per quale motivo nella concitazione di quelle ore e nel dolore per la perdita di una figlia, i coniugi si fossero messi a discutere dell’opportunità o meno di buttare il cuscino, né si spiega per quale ragione Passariello non si sia dissociato da quel riferimento, facendolo invece proprio e senza mostrarsi stupito”.
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