Continua la lotta senza quartiere delle istituzioni calcistiche contro le visioni sportive illegali
Eravamo rimasti alle condanne, carcere compreso, che sono state emesse in Inghilterra contro tre cittadini britannici che gestivano dei server dai quali riproducevano via streaming il segnale della Premier League.
Non un caso che la Lega Calcio da tempo sta conducendo una lotta senza quartiere contro il fenomeno del calcio–pirata, a Napoli conosciuto come “pezzotto“. Quest’ultimo è uno specifico decoder che abbinato ad un particolare “abbonamento”, consente di guardare gran parte della pay tv disponibile sul mercato (Dazn, Sky, Netflix, Mediaset Premium).
Il costo del dispositivo si aggira tra gli 80 e i 100 euro, mentre il pacchetto canali ha un prezzo di circa 10 euro al mese. I dati dello streaming–pirata sono impressionanti e in grande crescita nell’ultimo anno. Si parla di più di 2 milioni di utenti, per comprendere il peso di questa cifra, basta pensare che Mediaset ha “solo” 1 milione e mezzo di abbonati.
Sull’intera vicenda c’è stata oggi un’importante novità riportata da La Repubblica. La Lega calcio ha deciso di fare causa ai gestori telefonici. Telecom, Vodafone, Wind, Fastweb e Tiscali, sono stati in pratica denunciati per “connivenza”.
L’operatore telefonico più collaborativo, secondo il quotidiano, è stato Telecom. I gestori devono entro 48 ore spegnere il segnale a questi siti streaming che senza autorizzazione diffondono gratis contenuti calcistici a pagamento e di esclusiva di privati. Il rischio per gli operatori è quello di essere costretti a risarcire le big company della tv.
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