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Bimbo ucciso di botte, è guerra tra Valentina e Felice per l’affidamento delle due figliolette

Dopo la tragedia di Cardito, con il piccolo Giuseppe ammazzato di botte dal compagno della madre Tony Sessoubti Badre, si aprono ora nuovi scenari, non del tutto sereni, per il futuro delle due bambine sopravvissute alla domenica di follia.

Noemi,  8 anni, e Emilia, 4, si trovano in una struttura protetta già da diverse settimane.  I giudici hanno tolto la podestà genitoriale sia alla madre, Valentina Casa, che al padre naturale, Felice Dorice. Decisione alla quale i due genitori si sono opposti mentre a presentare domanda di affido temporaneo delle due sorellina sono stati anche i nonni paterni, residenti a Pompei.

La prima udienza si è tenuta lunedì scorso dove davanti al presidente del tribunale dei minori Patrizia Esposito si sono costituiti i genitori, accompagnati dai rispettivi legali, e, come detto, i nonni paterni. Sia Valentina che Felice hanno chiesto la revoca della sospensione della podestà genitoriale e l’affidamento della due bambine.

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Il giudice ha aggiornato l’udienza al prossimo 11 marzo, nominando nel frattempo un perito che avrà il compito di ascoltare con il supporto degli psicologi le due bambine e valutare la capacità dei genitori di accudirle.  Un percorso che richiederà del tempo.

Valentina Casa, presente nel giorno della tragedia, era finita sotto accusa per non essere intervenuta per difendere i figli dalla violenza ingiustificata del compagno più giovane di lei di sei anni. La donna, tuttavia, al momento non risulta indagata dalla procura di Napoli nord.

Intanto Tony, 24 anni,  è stato traferito nei giorni scorsi dal carcere di Poggioreale a quello di Castrovillari, in Calabria.  Secondo quanto appreso da VocediNapoli.it dal Segretario del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (SAPPEEmilio Fattorello, il trasferimento di Badre sarebbe avvenuto il 4 febbraio. Il suo regime detentivo era diventato insostenibile nel carcere di Poggioreale. L’isolamento totale non era possibile, così come una sorveglianza ad hoc. Considerati i rischi che il detenuto avrebbe potuto correre in un regime detentivo diverso, ne è stato disposto il trasferimento.