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Camorra, settimana da incubo per i clan: arrestato il boss Saltalamacchia. Tutti i colpi dello Stato

Ultimi giorni da incubo per la camorra napoletana colpita su più fronti dall’intervento di forze dell’ordine e magistratura. Così nel giro di una settimana il centro e la periferia orientale di Napoli si ritrovano con qualche boss e affiliato in meno e qualche piccola speranza in più di migliorare lo stato delle cose. Anche se in quest’ottica più che la repressione occorrono alternative concrete alla malavita.

SAN GIOVANNI A TEDUCCIO – Colpiti tutti i clan protagonisti del clima di tensione degli ultimi mesi. Si parte Mazzarella, indeboliti di continuo e in ultimo con l’arresto Salvatore Bonavolta. Poi è toccato a rivali dei Rinaldi, cosca originaria di San Giovanni a Teduccio ma con interessi e relative alleanze strategiche nell’area centrale e orientale della città, privati del boss Ciro Rinaldi. My Way è stato catturato dopo una latitanza durata 5 mesi. Infine a Giovanni Salomone, 51enne cognato del boss Salvatore D’Amico detto ‘o pirata (arrestato lo scorso maggio), è finito ai domiciliari dopo essere stato sorpreso in strada dalla polizia nonostante la libertà vigilata.

RIONE SANITA’ – Non sorridono neanche i Sequino del Rione Sanità. Legati ai Mazzarella e ai Mariano dei Quartieri Spagnoli, il clan di via Santa Maria Antesaecula è stato debellato da una trentina di arresti avvenuti nelle scorse ore. Tra questi anche affiliati apicali che, dopo essersi confrontati con i due boss (Nicola e Salvatore Sequino) in carcere, dettavano le linee guida criminali.

QUARTIERI SPAGNOLI-MONTESANTO – Arresti che, fino a qualche ora fa, avevano quasi spianato la strada a Eduardo Saltalamacchia, 36enne boss dell’omonimo clan attivo tra Montesanto e la Pignasecca e alleato di altre famiglie indebolite da arresti (gli Elia del Pallonetto, i Ricci dei Quartieri e i Lepre-Cianciulli del Cavone) ma vogliose di ritrovare un ruolo nello scacchiere camorristico della città. Così hanno iniziato una guerra contro lo storico boss Ciro Mariano, scarcerato lo scorso anno e “invitato” a suon di piombo più volte a lasciare i Quartieri Spagnoli perché poco gradito in zona, soprattutto dopo il pentimento del fratello Marco.

E invece anche i Saltalamacchia sono stati ridimensionati da un’operazione della Squadra Mobile che ha eseguito un decreto di fermo della procura di Napoli nei confronti del boss e di altri tre affiliati. Si tratta di Gaetano Esposito, Ciro Burraccione e Massimo Capasso, ritenuti responsabili insieme al boss Saltalamacchia di estorsione, rapina e lesioni aggravate dal metodo mafioso. I fatti risalgono al 2 ottobre del 2018 quando si scagliarono contro un ragazzo responsabile del furto di uno scooter alla persona sbagliata. Il giovane venne pestato e derubato del borsello contenente 20 euro ed altri effetti personali. Delirio di onnipotenza costato caro al boss dopo la denuncia della vittima. Nelle prossime ore il giudice è chiamato a convalidare i 4 fermi.

DECUMANI-FORCELLA – Tirano un sospiro di sollievo, almeno per il momento, i protagonisti delle tensioni tra i Decumani e Forcella. Nelle ultime ore “solo” un sequestro di armi ritrovate dalla polizia. Lo scacchiere criminale prevede da una parte i Ferraiuolo, ritornati in auge da poco più di un anno, dall’altra i De Martino-Vicorito. In mezzo quel che resta della “paranza dei bimbi” guidata dalla famiglia Sibillo e un nuovo gruppo composto dai Perez-Iodice. Dietro le quinte, come sempre, i Mazzarella e i Contini, due clan storici che manovrano eserciti di sbandati capaci di fare di tutto per pochi soldi e tanta, effimera, celebrità.

 

In altro da sinistra: Giovanni Salomone, Salvatore Bonavolta, Ciro Mariano In basso da sinistra: Giovanni Sequino, Ciro Rinaldi, Eduardo Saltalamacchia