Hanno suscitato forte polemica le parole del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che lo scorso 9 febbraio ha visitato alcune scuole di Afragola e Caivano e in quell’occasione ha commentato che “al Sud non servono più fondi, ma occorrono impegno, lavoro e sacrificio”.
Molte le risposte alle parole del Ministro, considerate offensive e discriminatorie. “Quello che il Ministro non può assolutamente fare è delegittimare il personale del Sud, utilizzando espressioni divisive che lasciano intendere che nel Sud non ci si impegna adeguatamente” ha commentato l’ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici).
Sulla questione si è espresso anche lo scrittore napoletano Lorenzo Marone, autore del celebre romanzo ‘La tentazione di essere felici’, che in una lunga lettera pubblicata per La Repubblica ha espresso amarezza nel notare come Bussetti avesse “uno sguardo arrogante, cafone, pieno di livore e odio, di supponenza, di giudizio”.
“Lei incarna alla perfezione ciò che la Lega è, ciò che sono i suoi uomini, gente priva di spessore culturale e di umanità che non conosce i fatti ma spara a zero su tutto e tutti” spiega Marone “Potrei stare qui a ricordarle che metà dei docenti che lavora nel suo nord è meridionale, che il settentrione si mantiene in gran parte grazie al lavoro dei tanti emigrati dal sud, potrei raccontarle delle tante infrastrutture che qui se ne cadono a pezzi (e di chi è la colpa, se non di chi ci governa?), delle scuole non a norma che sono comunque esempi di funzionalità.”
“La politica dell’odio e del razzismo è la vostra, non la nostra. Perciò proprio non riesco ad accettare (oltre al fatto che lei sia un ministro della Repubblica italiana e il suo partito guidi la maggioranza) questo continuo livore nei nostri confronti, anzi nei confronti del sud del mondo, con il ministro dell’Interno che tempo fa inneggiava al Vesuvio e ci chiamava colerosi, per non tornare a Borghezio che spruzzava il deodorante su alcuni poveri extracomunitari che andavano al lavoro in treno.
Lei, voi, siete quanto di peggio ha prodotto questa nostra piccola Italia razzista dal dopoguerra, noi che credevamo di non dover più avere a che fare con tanta ignoranza. Se il meridione versa in queste condizioni, la colpa è solo sua, vostra, della politica che da decenni ormai non fa nulla se non assistere inerme al tracollo, addirittura cercando di liberarsi di questa terra fertile e un tempo ricca che ha dato i natali ad alcuni dei nostri uomini migliori, ai nostri più grandi intellettuali, terra depredata ieri da un nord povero e incolto.
Capisce, ministro, che al più dovremmo essere noi a odiare voi? Ma stia tranquillo, non accadrà mai, noi proprio non vogliamo, e non ci riusciremmo, perché siamo figli di una parte del mondo che fonda le sue basi sulla cultura e sul rispetto, quello che lei non sa cos’è, quello che dovrebbe portare a ogni singolo insegnante meridionale che la mattina si batte come un leone in mezzo allo schifo per salvare anche un solo ragazzo perso. E lo fa con amore, passione, dedizione, cultura, umanità. Tutto quello che a lei, e alla sua gente, manca”.