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Il Napoli vince nel deserto, “occasionali” non sapete che vi state perdendo

Meno di 35mila spettatori totali nelle ultime due gare interne, quella di coppa Italia contro il Sassuolo del 13 gennaio e quella di campionato, valevole per la prima giornata di ritorno, contro la Lazio in programma ieri. Numeri impietosi nonostante la classifica e lo spettacolo offerto in campo da troppi anni a questa parte. Numeri che mettono spalle al muro quei tifosi “occasionali” pronti sempre a criticare e a pretendere vittorie e acquisti di fantomatici top player senza mai seguire con passione e dedizione una squadra che merita solo supporto e ammirazione.

Saranno diverse le ragioni che hanno portato a disertare lo stadio di Fuorigrotta. Dal freddo ai mezzi di trasporto da terzo mondo, dal degrado del San Paolo ai prezzi considerati “eccessivi” da chi forse è abituato a non pagare per vedere perché le tariffe della società di De Laurentiis sono tutt’altro che proibitive rapportate con altri club di serie A.

Ragioni che però non giustificano la fuga di massa dalle gradinate. Un pugno nello stomaco il colpo d’occhio del San Paolo nelle ultime due gare (ma anche quello offerto in altre sfide avvenute nei mesi scorsi).

Quando il Napoli il 10 maggio 1987 vinse il primo dei due scudetti della sua storia, fuori al cimitero di Fuorigrotta venne esposto uno striscione con la scritte “E che vi siete perso!“. A distanza di 32 anni bisognerebbe ricordare questo ai tifosi “occasionali” della squadra azzurra. Presentarsi in meno di 20mila (19448 per la precisione, 14908 con il Sassuolo) nella sfida vinta 2-1 contro la Lazio non è degno di una squadra che lotta per il vertice.

Perdersi lo spettacolo offerto dai ragazzi di Ancelotti in quella che probabilmente è stata la migliore gara della stagione (nonostante le assenze di Koulibaly, Allan, Hamsik e Insigne). Perdersi Milik sempre più devastante dopo due anni e altrettanti crociati rotti. Perdersi le parate di Alex Meret, un portiere che sta migliorando anche nei rilanci di piede. Perdersi il talento cristallino di Fabian Ruiz, un centrocampista di 22 anni (pagato 30 milioni, non certo noccioline) che non ha avuto nemmeno il bisogno di adattarsi al Napoli e al calcio italiano. Perdersi una squadra che nonostante la Juve (meglio non approfondire questo argomento) continua a regalare emozioni, gioco e vittorie, mettendo in un angolo anche quei media che a inizio stagione davano il Napoli dietro squadre come Inter, Roma e Milan, rispettivamente a -7, -14 e -16 (i rossoneri hanno una gara da recuperare tra poche ore contro il Genoa).

Onore al Napoli e a quei tifosi che, nonostante tutto, continuano a seguirla e a sostenerla a prescindere, in attesa del ritorno degli “occasionali” nelle gare di cartello o quando si rischia seriamente di vincere qualcosa.

FONTE FOTO: SSCNAPOLI.IT