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Salvini, show da brividi: “Bonucci come Koulibaly, anche lui fu insultato”

Lasciano interdetti le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini sugli episodi di violenza e razzismo avvenuti a Milano in occasione di Inter-Napoli. Il leader della Lega, ma soprattutto ministro della Repubblica Italiana, nel corso della trasmissione “Tiki Taka” in onda su Italia 1, è arrivato a paragonare gli ululati rivolti a Koulibaly a quelli riservati a Bonucci quando è ritornato a San Siro con la maglia della Juve.

“Il razzismo è una roba da idioti – ha spiegato Salvini, che, giusto per non dimenticarlo, anni fa veniva immortalato in un video mentre cantava cori offensivi contro Napoli e i napoletani -. Lo sfottò è un’altra cosa. Quando Bonucci arrivò a giocare contro il Milan, fu ricoperto da offese e “buu”. Cos’è razzismo questo? I cori “Milano in fiamme” sono razzismo?”.

Parole che si commentano da sole, soprattutto dopo le foto che nei giorni scorsi hanno immortalato Salvini alla festa dei 50 anni della curva del Milan mentre stringeva la mano a un capo ultras arrestato lo scorso giugno per droga (quindi un venditore di morte stando alle parole utilizzate in altre occasioni da Salvini) che ha poi patteggiato una condanna di un anno e mezzo.

Il ministro continua: “Un conto è bandire i giocatori che aggrediscono l’arbitro, un altro è far di tutta l’erba un fascio. Se vogliamo sconfiggere la violenza, dobbiamo differenziare caso per caso. La tifoseria organizzata è composta in gran parte da persone perbene. Quelli di ieri sera non sono tifosi, ma delinquenti. Si sarebbero inseguiti con qualsiasi scusa. Non confondiamoli con i tifosi. Domani stesso sarò al ministero per valutare chi invitare al tavolo di discussione. Tutti devono mettere la testa a posto. Serve un enorme esame di coscienza”.

Salvini poi ammette che qualcosa nel servizio d’ordine pubblico non ha funzionato e lancia un messaggio al questore di Milano Marcello Cardona: “Perché non c’era la polizia a proteggere i tifosi del Napoli? È la risposta che mi aspetto dal questore di Milano. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. C’erano dei delinquenti venuti dall’estero per seminare violenza”.

Parole contraddittorie anche su Mazzoleni. Inizialmente aveva fatto sapere che sospendere una partita se ci sono insulti razzisti dagli spalti “è una scelta dell’arbitro, lascio al mondo del calcio, nella sua autonomia, la valutazione su come agire e reagire”. Poi a “Tiki Taka” ha corretto il tiro: “Mazzoleni ha fatto continuare la partita, ha fatto benissimo: provate ad immaginare se si fosse sparsa la voce dei tafferugli con la partita sospesa cosa sarebbe successo”.