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Follia in carcere, agente pestato da detenuto: 30 giorni di prognosi

Una situazione di alta tensione si è verificata nelle scorse ore nel carcere di Poggioreale a Napoli. La notizia è diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) attraverso le parole di Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania.

“E’ successo che nella Casa Circondariale di Napoli Poggioreale si è verificata una grave aggressione nei confronti di un assistente Capo Coordinatore di Polizia Penitenziaria in servizio al primo piano del Padiglione Roma. Un detenuto di origini napoletane, giudicabile per reati collegati allo spaccio, dopo un richiamo dell’assistente ha con inaudita violenza colpito con pugni e spinto contro la ringhiera di ferro il poliziotto. L’intervento di altri colleghi ha evitato ulteriori conseguenze.

Carcere di Poggioreale, detenuto aggredisce un agente della Polizia penitenziaria

La vile aggressione ha procurato gravi danni al collega che ha fatto ricorso alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile. Dopo gli accertamenti venivano riconosciuti trenta giorni di prognosi per una frattura di una costola e per altre lesioni riscontrate in varie parti del corpo. Al collega infortunato va la solidarietà del SAPPE e l’augurio di una veloce guarigione e di un ritorno all’attività sindacale in quanto lo stesso è un brillante Dirigente della scrivente sigla sindacale.

Il collega era solo su un piano con circa 90 detenuti in un Padiglione di circa 300 ristretti di Poggioreale che conta circa 2400 come popolazione detenuta a fronte di un personale sempre più sottorganico senza mezzi idonei e senza adeguati fondi in una struttura penitenziaria vecchia di un secolo che può ospitare 1500 detenuti, una vera illegalità nell’indifferenza totale di tutte quelle Autorità preposte ad una legittima esecuzione penale. Gli eventi critici violenti ormai sono quotidiani e ricadono oltre che sugli stessi detenuti anche e soprattutto sulle donne ed uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. È inammissibile che il personale di Polizia Penitenziaria debba continuare a subire queste aggressioni, senza avere alcun mezzo idoneo – tipo il taser – per difendersi “.