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“E’ pericoloso”, il superboss Luigi Moccia al 41bis

Arrestato lo scorso 23 gennaio per associazione mafiosa insieme ad altri 44 esponenti del clan da lui diretto, il boss Luigi Moccia, 61 anni, si trova adesso in regime di carcere duro. Il 41 bis è stato applicato su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.

A capo dell’omonimo clan attivo ad Afragola e nei comuni limitrofi ma estesosi anche in diverse zone d’Italia (Roma in primis), Luigi Moccia è considerato dagli investigatori un soggetto di “allarmante pericolosità sociale”, sia per l’efferatezza e solidità del clan di appartenenza, sia per il ruolo apicale rivestito nell’organigramma del sodalizio, svolto con continuità anche in costanza dei periodi di carcerazione subiti.

L’uomo registra numerosi precedenti penali per associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, violazione legge armi, corruzione di pubblico ufficiale, rapina, lesioni, ricettazione ed evasione. Prima dell’arresto era già sottoposto a libertà vigilata a Roma, dove aveva da tempo trasferito i propri interessi.

Moccia è stato già destinatario in passato di un decreto applicativo della misura di prevenzione nell’anno 1988, poi annullato il 5 luglio 1990. Il 12 aprile 1995 il Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione – aveva emesso un nuovo decreto applicativo di misura di prevenzione personale nei confronti di Moccia con obbligo di soggiorno per cinque anni, divenuto successivamente definitivo.

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A seguito di reiterate interruzioni cagionate dai periodi detentivi del sottoposto, l’applicazione della misura ha poi avuto termine in data 23 dicembre 2011. Il provvedimento applicativo ripercorreva la condotta di vita di Luigi Moccia sottolineandone la stabile dedizione al crimine ed il costante inserimento nell’organizzazione criminale di famiglia.

I BENI CONFISCATI – Nel marzo del 2017 un decreto del Tribunale di Napoli, emesso in accoglimento di un’articolata proposta del Questore di Napoli, formulata a seguito di complessa e prolungata attività investigativa svolta dalla sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali, ha disposto il sequestro dei seguenti beni immobili, mobili, societari e finanziari nella disponibilità del Moccia, in ragione dell’accertata incongruenza dei redditi fiscali dichiarati rispetto alle acquisizioni patrimoniali:

  1. Esteso complesso abitativo costituito da terreno di are 5,40 (540 mq.), un villino e tre appartamenti, per complessivi circa 40 vani, ubicato in Afragola (Na), via Rossini nr. 8-12.
  2. Tre appartamenti ed un garage ubicati in Afragola, via Gramsci nr. 9.
  3. Un terreno di 215 metri quadi ubicato in Afragola, via Amendola nr. 108.
  4. Un magazzino ubicato in Afragola, via Amendola nr. 108.
  5. Due terreni adibiti a coltivazione agricola della metratura complessiva di 42.580 metri quadri, ubicati in agro di Acerra (Napoli), località Ponte di Casolla.
  6. Varie unità immobiliari distribuite su più livelli ubicate in Napoli alla via S. Pietro ad Aram (zona Stazione Centrale), aventi destinazioni d’uso commerciale di tipo alberghiero, allocate all’interno dell’Hotel San Pietro (già sottoposte a sequestro preventivo nell’ambito del descritto procedimento istruito presso il Tribunale di Roma)
  7. Totalità delle quote ed intero patrimonio aziendale della “GENI S.R.L.”, società attiva nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, con sede a Roma, alla via Caio Canuleio (anch’essa già sottoposta a sequestro preventivo nell’ambito del procedimento istruito presso il Tribunale di Roma.)
  8. Ditta individuale con sede fiscale in Roma e luogo di esercizio in Afragola, alla via Cinquevie nr. 48, operante nel settore dei servizi di sostegno alle imprese.
  9. Nove auto-motoveicoli, intestati a persone fisiche e giuridiche.
  10. Vari rapporti finanziari (bancari e postali) intrattenuti presso Poste Italiane e banche di interesse nazionale , materialmente radicati in Roma, Salerno ed Afragola.