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La pagliacciata dell’albero di Natale è la fotografia di Napoli: omertà, proclami e zero risultati

Sempre più in basso. Sempre più nel degrado culturale e nell’abbandono istituzionale. Napoli oggi si è svegliata con due notizie: una drammatica, l’altra quasi comica. La prima è la morte per arresto cardiocircolatorio di Antonio Ferraro, un salumiere di 64 anni morto in seguito a una rapina avvenuta nella sua “Pietruccio” giovedì sera in piazza Montesanto. La seconda è relativa alla consueta tradizione di rubare l’albero di Natale presente nella Galleria Umberto. Ogni anno lo stesso copione. L’albero viene posizionato al centro della Galleria, nelle prime ore arrivano letterine, selfie, regali fittizi, prima del raid della solita baby gang dei Quartieri Spagnoli, puntuale quasi come il miracolo di San Gennaro.

Arriva poi l’indignazione di rito, le polemiche, l’intervento delle forze dell’ordine e la pagliacciata viene archiviata e rinviata, da prassi, all’anno successivo. Ce la prendiamo con le baby gang, con questi ragazzini abbandonati al loro destino. Abbandonati in primis dai genitori che oggi anziché educare tendono solo ad esaltare e viziare i propri “campioni”, litigando con la maestra di turno se il “piccolo” va male a scuola e, come spesso capita, in classe non ci va proprio. Ma l’abbandono più grande resta quello istituzionale. La repressione non basta, serve altro. Servono alternative al vagare per strada emulando il malvivente di turno perché guadagna soldi facili con attività illecite. Servono esempi e non retorica e demagogia. Serve uno Stato insomma che a Napoli latita.

Come latitano le persone disposte a testimoniare, a farsi avanti per raccontare quello che hanno visto durante un omicidio, una stesa, una rapina. Troppa omertà, troppo rispetto per la malavita o troppa poca fiducia nelle istituzioni. Così capita che in piazza Montesanto, intorno alle 20.30 di sera, un rapinatore solitario entra in una salumeria, mostra la pistola al proprietario e pretende l’incasso. Antonio Ferraro, separato e padre di cinque figli, accusa un malore e cade a terra. Il bandito fugge, il commerciante, che nella salumeria “Pietruccio” trascorreva ben 12 ore della sua giornata (apriva alle 9-9.30 e chiudeva quasi alle 22), viene trasportato d’urgenza nel vicino ospedale dei Pellegrini dove muore stroncato da un infarto. Un dramma che però spinge poche persone a raccontare quello che hanno visto alle forze dell’ordine che, come spesso capita, devono affidarsi alle telecamere di videosorveglianza presenti in zona (che in questo caso aiutano poco perché l’uomo aveva il volto travisato) e ad altre attività investigative. Omertà in una delle piazze più frequentate di Napoli, anche a quell’ora della sera, quando sono ancora in tanti che rientrano con Cumana, Circumflegrea e Metropolitana dopo una giornata di lavoro. Pochi aiutano, pochi collaborano, ma in tanti si indignano come da copione, in attesa della prossima visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini (o del politico di turno) e del solito ritornello-farsa.