E’ finita dopo 15 anni la latitanza di Antonio Orlando, 60 ani, ricercato dal 2003 e ritenuto dagli investigatori a capo del clan Orlando che negli ultimi anni ha inglobato, grazie anche a legami di parentela, le famiglie Polverino e Nuvoletta, portando avanti gli affari illeciti nella zona a nord di Napoli (Marano, Quarto, Calvizzano) ma anche in altre regioni d’Italia (Toscana in primis) e all’esterno.
“Mazzolino” si rifugiava in un appartamento dove non si faceva mancare davvero nulla. Tapis roulant, sauna, maxischermo, alimenti e vini pregiati. Proprio riguardo quest’ultimo aspetto, il boss ha commentato amaramente la cattura rivolgendosi con queste parole ai carabinieri: “Prendete una delle peggiori bottiglie di vino e portatela alla pm Di Mauro, così si intossica”.
L’aneddoto lo racconta sulle pagine de Il Mattino il giornalista Ferdinando Bocchetti. Il riferimento al magistrato della Direzione Distrettuale Antimafia Maria Di Mauro non è sicuramente casuale. “Mariella” ha infatti condotto numerose indagini contro il clan attivo a Marano, assestando numerosi colpi che hanno portato in carcere, nel giro degli ultimi due anni, i principali vertici del clan.