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Appuntamento con la morte, uomo dei Licciardi ucciso nell’ex fortino dei Di Lauro: le ipotesi

Un appuntamento con la morte. Dal rione Don Guanella, dove viveva con la sua famiglia, fino al confine tra rione Kennedy e rione Berlingieri, un tempo fortino del clan Di Lauro, dove è stato avvicinato dai killer che gli hanno scaricato contro ben otto proiettili partiti da una calibro 9, alcuni dei quali lo hanno raggiunto alla testa, al collo e in più parti del corpo.

E’ morto così Francesco Climeni, 55enne pregiudicato, trovato con il volto appoggiato al volante della sua Smart in via Altair. Affiliato in passato prima al clan Stabile, poi a clan di Costantino Sarno e infine ai Licciardi della Masseria Cardone, che mantengono il controllo anche nel rione Don Guanella, Climeni era tornato in libertà nel 2013 per decorrenza dei termini dopo una condanna in primo grado a 8 anni di reclusione per associazione mafiosa.

Sull’omicidio di camorra sono in corso le indagini della polizia in una zona, come quella di Secondigliano, dove l’ultimo morto ammazzato dalla criminalità organizzata risale al 18 settembre 2017, quando i killer uccisero in via Ghisleri, nei pressi del lotto T/A, Nicola Notturno, 21 anni, nipote di Gennaro ‘o sarracino che poche settimana prima aveva iniziato a collaborare con lo stato rivelando mandati ed esecutori materiali di numerosi omicidi irrisolti.

La Squadra Mobile, diretta dal primo dirigente Luigi Rinella, sta ricostruendo gli ultimi mesi di vita della vittima. Fondamentale in quest’ottica, considerata anche l’assenza di telecamere nel rione Berlingieri e l’omertà delle persone che vi risiedono, il cellulare di Climeni.

Gli investigatori al momento non escludono alcuna pista anche se quella privilegiata potrebbe portare all’epurazione interna in un clan, come quello dei Licciardi, che da anni si muove sotto traccia, lontano dai riflettori delle forze dell’ordine, provando a mantenere rapporti di buon vicinato con cosche minori o indebolite da arresti e pentimenti eccellenti. Difficile ipotizzare un affronto a un clan che con i Contini e i Mallardo fa parte della temuta Alleanza di Secondigliano, considerata dalla Direzione Distrettuale Antimafia il vero potere camorristico in città, con interessi anche in altre zone d’Italia e all’estero.