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Report e la vergogna Juve: riaperta inchiesta sulla morte di Bucci, tremano in tanti

Dell’inchiesta di Report sulla Juve, il mondo ultrà e i rapporti con la ‘ndrangheta, la procura di Torino nel processo Alto Piemonte non ha indagato alcun dirigente bianconero. Tuttavia, dopo la dettagliata ricostruzione del giornalista Federico Ruffo, che ha provato a far luce soprattutto sulla misteriosa morte di Raffaello Bucci, un’altra procura, quella di Cuneo, che ha già riaperto il caso lo scorso febbraio per istigazione al suicidio, potrebbe presto acquisire alcune testimonianze raccolte da Report e approfondire meglio la questione.

Il suicidio di Bucci, che il giorno dopo essere stato ascoltato in Direzione Distrettuale Antimafia si lanciò da un viadotto dopo essere giunto sul posto con un suv di proprietà della Juve, sarebbe arrivato per paura di ritorsioni. Una tesi portata avanti, oltre che dall’attuale security manager della Juve Alessandro D’Angelo e da un esponente di spicco della ‘ndrangheta di Torino Placido Barresi, anche dall’ex moglie di Bucci, Gabriella Bernardis, e dal suo avvocato, Paolo Verra.

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In quest’ottica alcune delle parole raccolte dalla trasmissione potrebbero dare nuovi elementi all’indagine. “Non è escluso, quindi, che alcuni manager bianconeri possano essere sentiti a Cuneo” scrive la Gazzetta dello Sport.

Repubblica racconta l’interrogatorio prova cui Bucci era stato sottoposto il giorno prima del suicidio. L’ex capo-ultrà era stato sentito dalla direzione antimafia di Torino: ”La sera prima ci dicevamo cosa avrebbe potuto raccontare al pm”, racconta Stefano Merulla, responsabile della biglietteria della Juventus, alla moglie un anno dopo la morte di Bucci. “Qui puoi dire così, qui puoi non andare nello specifico”. Quell’interrogatorio e le sue conseguenze sconvolsero Bucci che si rivolse al suo referente nei servizi segreti. Un blackout nei server della procura non ha permesso di intercettare le chiamate dell’uomo effettuate nelle ultime tre ore di vita.

Barresi, attualmente in semilibertà dopo circa 30 anni di carcere, prova a spiegare cosa c’era dietro la morte di Bucci:“Lo hanno menato perché volevano i soldi indietro” ipotizza il boss, “e poi c’è la minaccia: “Guarda che ti prendiamo a tuo figlio”. Lo stesso Barresi conferma come le infiltrazioni ndranghetiste nella curva bianconera fossero ramificate: «Mica entrano solo i Dominello. Entra tutta la Calabria unita”.